di Raffaele Vitali
FERMO – Il derby è speciale, se poi lo vinci è unico. E la Fermana l’ha vinto 2 a 1. Meritatamente. Per l’Ancona tratti di bel gioco, ma di occasioni ne ha avute davvero poche al termine di una partita piacevole e corretta.
Soprattutto, che bel primo tempo. Da tempo on si ricordava una partita a così alto ritmo, con giocate, errori, emozioni e soprattutto gol. Quelli fatti e quelli mangiati. A iniziare è l’Ancona che potrebbe passare in vantaggio dopo una manciata di secondi, ma Simonetti no ci crede di essere solo davanti a Borghetto e appoggia male.
La Fermana tarda a ingranare, un po’ di timore. Protti, anziché sbraitare, usa la voce per dare tranquillità ai suoi e la tecnica paga. I canarini conquistano metri e al 7’ passano in vantaggio: l’azione ideale del mister, cinque passaggi, con giocata finale d’intelligenza di Fischnaller che vede Scorza tutto solo a centro area. La difesa dell’Ancona va in confusione, il centrocampista tira, Perucchini para, ma la dormita dei dorici si completa di fronte al tap in di Neglia. Proprio lui, il bomber tornato all’ovile che nel giorno del debutto in casa va subito in rete.
L’Ancona però non è squadra che si abbatte. Riprende a spingere e all’11’ prende il regalo di Pellizzari, che ferma il pallone in area con due mani, e affida a Melchiorri il tiro dal dischetto. Facile per il bomber: 1-1 e tutto da rifare.
Se i gialloblù concedono qualcosa in mezzo, anche perché Giandonato gioca con il freno a mano tirato, sulle fasce controllano ritmi e giocate. Neglia da un alto e soprattutto Maggio dall’altra. Ed è da una giocata del 27 della fermana che arriva il nuovo vantaggio, dopo il rischio raddoppio dell’Ancona al 27esimo.
Con i centrali che incassano gialli a ripetizione, gli spazi si aprono. In uno si infila Maggio che sposta il pallone quei centimetri necessari a far andare fuori giri Mezzoni: fallo e rigore che il signor Grasso non può che fischiare, anche perché è a due metri. Prende palla Fischnaller e la curva esplode. Si va così all’intervallo con i canarini in vantaggio e il pubblico entusiasta, anche i 500 anconetani nonostante il punteggio.
La domanda di tutto è: riuscirà a giocare a questa velocità la compagine di Protti? Purtroppo la risposta non la dà Giandonato che dopo 25 secondini entra in scivolata in grande ritardo su Petrella. Il giallo è obbligato, peccato che sia il secondo e così per il capitano arriva il rosso.
Aspetta dieci minuti Protti prima di cambiare assetto, ha voluto vedere le mosse del suo avversario, doppio cambio e nuova punta centrale. Il sacrificato, per compensare l’assenza del capitano, è Neglia. Scelta logica, considerando la condizione ottimale di Maggio. Entra Spedalieri e la Fermana passa a un più tranquillo 4-4-1. È che l’Ancona lo spazio libero sa usarlo al meglio. Ci vogliono quindici minuti per vedere i padroni di casa fare di nuovo tre passaggi consecutivi.
Gambe stanche, Protti cambia ancora. Fuori Maggio, forse il migliore insieme a Scorza, e dentro Pinzi. A sorpresa esce Carosso, mentre tutti si aspettavano Gkertsos, e tocca a De Nuzzo a presidiare la fascia con licenza di offendere. Le mosse funzionano, l’Ancona non controlla più, il gioco, si torna come nel primo tempo all’avanti e indietro con il centrocampo rigorosamente saltato da verticalizzazioni e lanci lunghi.
Il Recchioni fa il suo dovere. Il pubblico spinge, batte le mani, urla, ma soprattutto non smette mai di cantare ‘Alé Fermana alé, devi vincere’. E i giocatori ci credono, anche perché dopo i cambi non rischiano praticamente più nulla. Anzi, il segnale ai suoi il, mister lo dà al 39’ quando mette l’attaccante Busatto per non lasciare campo libero all’Ancona.
Finisce così, senza nuove emozioni se non quella che la Curva Duomo regala ai giocatori con il lungo applauso dopo il triplice fischio che proietta la Fermana a due punti dai playoff.