di Raffaele Vitali
FERMO - Prima uscita regionale per il neo presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali. Platea di livello, quella della presentazione della classifica delle imprese regionali redatta dalla Fondazione Merloni. Per lui, dopo un lungo applauso.
Cardinali, Merloni ha chiesto una Confindustria unica regionale. Cosa ne pensa?
“Una Confindustria unica, regionale, ma soprattutto unita. Fondata su progettualità e soprattutto una visione comune delle imprese di domani. Su questo lavoreremo con i presidenti per un modello aggregativo funzionale e funzionante”.
Tre cose su cui imposterà il suo mandato?
“Metodo di lavoro in primis, con il confronto con i territori e ogni presidente. Prima di avere un programma, si deve ascoltare. Ci sono emergenze di breve periodo su cui dobbiamo lavorare. Ci sono temi nazionali, che hanno però prospettive regionali. Penso a logistica, energia e approvvigionamenti. Terzo punto è la visione”.
Deficit infrastrutturale, come si affronta?
“L’aeroporto è un tema cruciale. Se il Governo ha stanziato tre milioni per i voli di prossimità, un motivo c’è. È il tema su cui si gioca la competitività del nostro territorio. Ma non solo”.
Strade?
“Vi faccio un esempio concreto. Come azienda abbiamo mancato appuntamenti con clienti perché non in grado di raggiungere l’azienda in tempi ragionevoli. Quando ci si confronta con gruppi internazionali, il fatto di non riuscire a raggiungere luoghi in tempi standard porta a perdere affari e aumenta i costi. Aggiungiamoci un gap anche digitale e il quadro è chiaro”.
Cardinali, sono in arrivo le risorse europee. Lei le darebbe alle imprese?
“Chi crea valore? L’impresa. Lo dicono i numeri. L’impresa crea occupazione e va supportata. E soprattutto non va in contrapposizione con altri settori. C’è un ponte tra interesse dell’impresa e i territori. Se desertifichiamo le industrie, desertifichiamo i territori”.
Un territorio che ha nelal resilienza la sua forza, guardando i numeri. Non crede?
“È la parola chiave. Si vede che il sistema marchigiano ha recuperato i livelli pre pandemia. Non c’è solo un recupero delle condizioni pre crisi, ma c’è la capacità di costruire le condizioni per andare avanti e crescere. Questo dicono i dati del 2022, nonostante guerra, materie prime, caro energia, logistica complicata. Per Confindustria al centro di ogni azione ci sarà sempre il sistema produttivo che porta ricchezza”.
Infrastrutture, ma anche internazionalizzazione. Le Marche sono pronte?
“Internazionalizzare significa anche internazionalizzare le competenze. Giusto portare fuori le aziende per vendere all’estero, ma anche per attrarre investimenti e costruire competenze. Dobbiamo attrarre talenti. Abbiamo difficoltà nel trovare figure, ma anche nel formare persone da zero se vogliamo scegliere nelle Marche, altrimenti dobbiamo attrarre. Ma non è solo l’azienda, come la mia Tecnofilm, che deve attrarre, deve farlo il sistema regionale. Si guarda ai servizi, al territorio, al contesto”.
Cardinali, Marche da sempre simbolo del ‘piccolo e bello’, lei cosa ne pensa?
“Bisogna entrare nel concetto di piccolo. C’è una dimensione minima di settore. Nel caso della mia azienda siamo medi per l’Europa, ma è piccola nel mondo della petrolchimica. Sfida per il futuro e per la competitività che dobbiamo vincere è continuare a investire in ricerca e sviluppo, a cui noi dedichiamo il 3% del volume d’affari. L’altro tema è quello di ricercare collaborazioni, siamo affamati di competenze, dobbiamo aprire gli orizzonti dell’azienda e lavorare sulle risorse. Il piccolo ha risorse limitate, noi superiamo certi limiti partecipando evincendo bandi a più livelli. Altrimenti sarebbe difficile per chi è piccolo. Ma tutto è legato al punto di partenza, il contesto in cui ci si muove”.