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Il crollo dei tetti è un ricordo: il Montani torna a casa. Calcinaro: mai più il portone chiuso. Scatasta: serve un convitto femminile

9 Settembre 2024

i Raffaele Vitali

FERMO – Nuovo anno scolastico per Il Montani. Ma soprattutto, riaprono i tre piani del triennio, chiusi dal 2018 quando un crollo dei tetti rese inutilizzabile l’area. “Nel 2020, quando mi sono insediata, il primo appuntamento lo abbiamo avuto in Prefettura insieme con la Provincia. E ci siamo dati un cronoprogramma, non mancavano le incertezze. Ma dovevamo riportare in centro tutto l’Istituto nel suo 170esimo anno” introduce la dirigente Stefania Scatasta.

Una scuola fondamentale, anche per l’economia di zona, basti dire che nel tempo alcune attività hanno chiuso, penalizzate dalle centinaia di studenti in meno che si muovono in Piazzetta. “La nostra è una scuola che varca i confini. Dal Montani sono uscite personalità riconosciute che hanno contribuito allo sviluppo sociale ed economico dell’Italia oltre che di Fermo” prosegue.

“Sogno una scuola di cristallo, dove far vedere davvero cosa avviene all’interno di questa comunità educante, ci arriveremo” prosegue con il consueto entusiasmo la Scatasta. A Fermo è arrivata la direttrice generale dell’’Ufficio scolastico regionale, D’Amico. “L’Usr c’è e vi supporta nel vostro lavoro. Questo istituto è un’isola felice, ha un meraviglioso dialogo con il territorio e sa interpretare le esigenze di oggi. Ho letto anche i commenti online, tanti meravigliosi e non è scontato. La preside porta la scuola a livelli alti, grazie a docenti e personale Ata. Il Ministero ribadisce sempre il legame tra scuola e mondo del lavoro. Innovativi  sono progetti,  combinare dal 4+2 di Porto sant’Elpidio. Ma io sono certa che quando una scuola è fatta bene, anche dal punto di vista del cuore, sappia già fare le risposte giuste. Chi esce dal Montani trova subito lavoro, avanti così”.  

Il Montani è un cantiere, almeno fino al 2026. “Ma lo siamo anche per il lato formativo, visto che ci innoviamo ogni giorno, grazie anche ai nostri laboratori”. La dirigente rivendica così il dialogo con le aziende, sempre garantendo la qualità formativa.

“Un anno fa abbiamo deciso di aprire la scuola tutta la settimana. Le luci di pomeriggio nelle scuole sono la prova che è un luogo vivo dove trovarsi per i laboratori, per studiare  insieme per vivere un progetto” prosegue la Scatasta.

Dal primo incontro del 22020 all’impegno mantenuto. “Il Convitto è circondato da impalcature, il lavoro non si ferma, ma è tutto per migliorare il nostro Montani”. Ascolta e rilancia il prefetto Edoardo D’Alascio: “La centralità del percorso formativo ed educativo è un perno del territorio, è il futuro dei ragazzi. Voi fornite professionalità, svolgete un ruolo sociale ancora prima che economico. La scuola educa e indirizza i ragazzi verso una cittadinanza attiva. Senza conoscenza e cultura no c’è libertà, ovvero la possibilità di fare scelte consapevoli”.

Protagonista è la Provincia, con il presidente Michele Ortenzi, il dirigente Rongoni e il funzionario Vallasciani: “Devo dire grazie ai miei uffici, ma anche la Montani per lo scambio continuo di questi anni. Un amministratore durante il suo mandato si mette in gioco, dà il suo tempo alla collettività. E poi si trova a vivere momenti come questi che rappresentano la buona amministrazione. Ho ereditato un lavoro in itinere, oggi possiamo dire di averlo completato restituendo uno spazio mancato per anni”.

Una bella giornata, per tutti, passeggiare tra i lunghi corridoi, tra aule rinnovate e pitturate, fa bene. Lo si capisce solo osservando il vicepreside Trasatti, cicerone per un giorno “Ascoltare un dirigente determinata ma commossa è la riprova dell’importanza di questo atto. Solo salendo le scale si respira storia”. È il momento del sindaco Paolo Calcianro, “ormai parte dell’organico” sorride la dirigente. Calcinaro si alza e si commuove, scendono le lacrime, è un momento di liberazione dopo anni di sofferenza per quei tetti crollati all’improvviso. “Ho vissuto questa scuola, mio padre ci insegnava, quelle luci accese di cui parla la preside mi hanno accompagnato quando non ero allo Scientifico. È una parte di me, ma soprattutto della storia della città. Per anni, quando studiavo a Bologna, Fermo la conoscevano per il Montani, ancora prima della Fermana. È una scuola che caratterizza la città ed è parte della vita di questa città, gli alunni fanno viere il quartiere”.

Ritrova dopo poco il consueto pragmatismo. “Con Rongoni, Vallasciani e Ortenzi abbiamo lavorato su più tavoli per dare questo segnale forte ai ragazzi e a Fermo. Quello su cui dovremo lavorare è di non richiudere mai il portone. Dobbiamo trovare i modi per lavorare senza più richiudere il portone. Questo sarà la forza del ‘cantiere Montani’ che ha nella dirigente una grande risorsa, sa dialogare con empatia. Sono felice che ci sia la direttrice dell’Usr, un segnale di vicinanza importante”.

Nuovi progetti per l’anno scolastico, anche grazie a investimenti privati, come quelli che garantisce la Fondazione Carifermo. “MI emoziona parlare qui, so bene quali personaggi si sono formati  in queste aule, l’importanza che hanno avuto per lo sviluppo economico industriale dell’Italia. E non posso che pensare all’ingegner Grilli che per questa scuola aveva una venerazione. È nata così anche una borsa di studio, un anno fa, che spero di rendere costante, intitolandola ad Amedeo Grilli”.

Per gli ex allievi, colonna del Montani, parla lucia Gasparrini: “Per noi questa scuola non è stato un luogo di studio, ma scuola di vita. No abbiamo imparato soluzioni tecniche, che hanno segnato le nostre professioni, abbiamo appreso valori, come la perseveranza, l’impegno e lo spirito di gruppo. Sono una donna, questa scuola era prevalentemente maschile, ma non ho mai sofferto, il gruppo vinceva. E poi c’erano professori come Calcinaro che erano un vero valore aggiunto”.

Crescono le studentesse tra i 1200 allievi, 12 le classi prime in partenza. Ormai il Montani sta superando il gender gap. Che verrà cancellato se riuscirà l’ultimo miracolo alla Scatasta “Penso al Convitto, domani arriveranno 50 studenti da tutta Italia. Il nostro progetto è di realizzarne uno al femminile”. La D’Amico prende l’impegno: “Ci vogliono i numeri per farlo. Ma siete sulla strada giusta. Datemi i numeri e ve lo istituiremo subito”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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