Attenzione però, civico non può essere il classico di tutto un po’
Si muovono, sono ovunque, sono per tutti, sono i civici. Ma chi sono veramente? Ma soprattutto, come si definisce un civico?
Non è ben chiaro se essere civico faccia sempre più rima con qualunquista. Del resto, che ci sarebbe di male, il qualunquismo è stato un momento importante della storia dell’Italia.
Non è ben chiaro se civico, invece, vuole essere il sinonimo di vicino al popolo. Dove popolo diventa gente, diventa piazza, diventa la voce di chiunque, senza selezione di contenuto.
Non è, infine, ben chiaro se civico è il modo di porsi di chi non ha il coraggio di affermare la propria identità. Una parola che fa paura identità e che invece dovrebbe solo significare certezze valoriali, visione e al contempo idee definite.
Quindi, chi sono i civici oggi? Quelli che sono pronti a mettere sotto il tappeto un simbolo, che sia un tricolore, una falce o un fazzoletto verde, per avvicinare il vincente di turno, o quelli che si definiscono tali per riuscire a non prendere posizione, muovendosi abilmente in questo presente fatto di contraddizioni, di politica con la prima lettera rigorosamente minuscola.
Ecco, forse proprio questo è il civico, quello un po’ più intelligente che sa vivere sulle debolezze degli altri facendole diventare la sua forza. È questo che piace alla gente?
Attenzione però, civico non può essere il classico di tutto un po’. Serve un’idea, un’anima, una posizione: civico sì, ma europeista o per i muri? Civico sì, ma integrazione o prima gli italiani? Civico sì, ma scuola pubblica o privata? Civico sì, ma prima o poi i nodi vengono al pettine, che sia per farsi eleggere sindaco di un Comune o per correre verso Regione e Parlamento.
* direttore www.laprovinciadifermo.com - presidente Cronisti Marche - @raffaelevitali - redazione@laprovinciadifermo.com - facebook/raffaelevitali