Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Il caso. Una mascherina a 0,50. Artigiani in rivolta: "Prezzo impossibile. Abbiamo investito e ora ci affondano"

27 Aprile 2020

FERMO – Giusto il tempo di dire ‘bravi e grazie’ a chi si è adoperato per convertire la propria aziende e ha iniziato a produrre quelle mascherine che non c’erano ed erano necessarie, che lo Stato chiude la porta in faccia agli artigiani, e non solo. Alessandro Migliore, direttore della Cna di Fermo, spiega la questione.

“Non si specifica nella norma del prezzo fisso di 0,50 euro se si parla di mascherine con 1 o 2 veli, se fatte in Italia o fuori. Ma una cosa è certa, le aziende che si sono riconvertite non possono venderle a meno 1,20 euro. In Spagna hanno stabilito 0,96. Qui, il giorno dopo l’annuncio leggi il commissario Arcuri parli di cinque aziende che produrranno 600milioni di mascherine a 0,38 con un guadagno multimilionario. È assurdo. Capisco che uno possa ragionare su un prezzo base, so che ne servono tante, ma è impossibile mettere alla porta così chi fino a oggi ha prodotto”.

E ora che fare con chi si è riconvertito? Mascherine chirurgiche sono quelle filtranti, senza certificazione o sanitarie. “La differenza era il passaggio all’Iss. Chi ha superato i controlli, spendendo molte risorse (quasi 10mila euro, nr) tra test e carte documenti vari, oggi che farà?”.

Il timore è forte: “Gli artigiani che ci hanno creduto ora si potrebbero ritrovare doppiamente beffati. E venderle a 1,20 è un problema? Spero che le persone lo capiscano cosa significa avere una mascherina prodotta vicino a casa e colgano il fatto che comprando una mascherina si aiuta una azienda a sopravvivere”.

Migliore è chiaro: “Non bisogna lucrare sulle mascherine. Ma ci sono mascherine e mascherine. Al consumatore finale la possibilità di scegliere cosa acquistare. Senza troncare da un giorno all'altro il programma di chi con coraggio ha investito in tempi di carestia senza prenderne in considerazione anche il coraggio e la disponibilità è l’ulteriore dimostrazione che chi guida il Paese non capisce cosa vuol dire fare attività di impresa oppure ha qualche altro interesse nascosto”.

Cosa fare ora? “Un ravvedimento sulla caratteristica della mascherina è necessario. O quantomeno lo Stato deve capire, come sottolinea Cna nazionale, che siamo assolutamente consapevoli della necessità di andare incontro alle esigenze della popolazione e di trovare modalità per non gravare eccessivamente sui bilanci familiari così come su quelli delle imprese che dovranno acquistare mascherine per i loro dipendenti. Sol oche per raggiungere questo risultato bisogna usare i giusti mezzi: oltre all’abbattimento dell’IVA, si possono prevedere crediti d’imposta per il costo del personale e gli investimenti dedicati dalle imprese per realizzare le mascherine o pensare alla detraibilità di tali spese da parte del contribuente. Così si abbatteranno i costi e solo allora si potrà parlare di prezzo obbligatorio” conclude Migliore.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram