MONTE URANO – Non basterà una preghiera all’Assunta ai dipendenti del gruppo Toolk. Più stabilimenti, una Accademy che formava le figure essenziali per il distretto calzaturiero, ma ora una crisi senza speranza. Almeno stando al ‘regalo’ di Ferragosto che hanno ricevuto i dipendenti: la lettera di licenziamento.
E così, preghiere a parte, scendono in strada, letteralmente, i sindacati confederali guidati dai giovani e battaglieri Cristiano Fiori e Francesco Interlenghi della Cisl, Luca silenzi della Cgil, e Daniele De Angelis della Uil.
“L’anomalia è che la lettera è arrivata il 7 agosto, senza alcun preavviso, mentre la norma prevede che siano prima allertati i sindacati per aprire poi il confronto” spiegano i sindacalisti. Che hanno seguito con apprensione già le prime avvisaglie: la cassa integrazione, la protesta dei terzisti cinesi. “Ora, però, siamo ai licenziamenti e ci sono 80 famiglie preoccupate, considerando che ancora aspettano i pagamenti dallo Stato”.
Un altro dei problemi è che manca una interlocuzione con l’azienda, che ha alternato consulenti in questi mesi, una volta avvocati, un’altra commercialisti. “L’unica strada, ora, è che la Toolk sospenda i licenziamenti. Tra l’altro – proseguono – in questa azienda c’è manodopera giovane e qualificata, non possiamo perderla”.
E i dipendenti, che hanno presidiato l’azienda insieme ai loro rappresentanti, attendono senza neppure capire se sono licenziati o no. Il che significa che neppure sanno se gli spettano Tfr e disoccupazione. “La lettera? Non ho avuto il coraggio di aprirla” commenta una delle veterane. Ma purtroppo il contenuto è ormai noto.
