di Raffaele Vitali
FERMO – “Noi siamo pronti, apriteci il Covid Center ai nostri pazienti e ci organizziamo” fanno sapere dal Murri. Il punto però è uno: cosa vuole la regione Marche? Al momento l’ospedale di Civitanova è stato attivato, più per spot, con pochi letti occupati.
Per aprirlo davvero servono due cose: volontà politica e organizzazione. La tutela dei pazienti, ma anche degli operatori sanitari. E per questo serve un accordo serio e completo. Copertura assicurativa, medico legale, riconoscimento economico: ecco i diritti, giusti, che rivendicano i sanitari e che la direzione vuole garantire per poter poi spostare medici e infermieri al Covid Hospital senza problemi e polemiche insieme con i ricoverati. Ma prima serve l’ok di Ancona, doppia sponda, per poter anche chiudere l’accordo con le rappresentanze sindacali.
La cosa evidente è che il Murri ha bisogno di questa soluzione, altrimenti tutto si complicherà, con un continuo e inesorabile accorpamento di reparti, il che significa riduzione dei servizi ordinari. Come sta accadendo per la vaccinazione. La comunicazione del direttore del dipartimento, Giuseppe Ciarrocchi, è preoccupante: “la grave situazione emergenziale ha reso necessario potenziare le attività di indagine epidemiologica, tracciamento dei contatti e accertamento diagnostico, al fine di identificare rapidamente i focolai, isolare i casi ed applicare misure di quarantena dei contatti e contribuire a mantenere la trasmissione sotto controllo.
Pertanto, tutto il personale è impegnato ad assicurare tale attività prioritaria (100 positivi al giorno significano 400 telefonate), assicurando comunque, analogamente a quanto fatto nel periodo marzo-maggio le vaccinazioni dei bambini 0-2 anni e le vaccinazioni dei soggetti a rischio per patologia. Tutte le altre attività, vedi gli over 65, sono differite a data da destinarsi con azioni di recupero".
C’è chi protesta, chi chiede di usare i volontari per fare il tracciamento. Ma non funziona così. Non si può affidare il servizio a un volontario, non è una prenotazione, ma una prima verifica del quadro, comprendere davvero come è stato il contatto, la sintomatologia. Insomma, serve qualcuno del mestiere.
Non facile da trovare, a riprova sono arrivati tre medici neo laureati sui sei che l’Asur aveva trovato ed era ponta ad assumere. E i vaccini? Non resta che a fidarsi ai medici di base, con il problema dei pediatri, che non hanno ancora un accordo siglato fondamentali per quella fascia 2-6 che l’Asur non riuscirà più a coprire.