di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – Otto appartamenti senza riscaldamento e acqua calda. Otto famiglie, tra cui anche anziani e un diversamente abile, costretti a vivere al freddo. Accade questo nel 2022 a Porto San Giorgio, in una palazzina di proprietà del Comune, ma di competenza dell’Erap, lungo Castel San Giorgio, la via più viva della città. Uno di quei casi in cui non tutti hanno una responsabilità, ma di certo il pubblico ne ha in quantità maggiore.
Inquilini morosi, non tutti a dire il vero, da troppo tempo e la società che fornisce il servizio che dice basta. L’amministratrice di condominio, l’avvocatessa Jommi, ci ha provato fino all’ultimo a evitare la chiusura del gas, ma niente. “Il problema è che – spiega – quando gli inquilini non riescono a saldare quanto dovuto per così tanto tempo, deve intervenire l’Erap, compensando le spese per poi rifarsi sugli inquilini stessi. Ma questo non è avvenuto, nonostante i continui solleciti”.
Il debito ha superato i 7mila euro, una enormità. E siccome il riscaldamento è centralizzato, pagano tutti. Sono passate due settimane, ora non c’è più neppure il contatore che la società si è ripresa dopo che i sigilli erano stati rimossi. “Questo tra l’altro complica tutto anche nell’eventuale ripristino del servizio, che in ogni caso prima di avvenire ha bisogno di un rientro del debito, almeno parziale” prosegue l’avvocatessa.
Ma l’Erap nicchia. Dopo l’ennesima sollecitazione, da quanto emerge parlando con gli uffici, dovrebbe essere stata attivata la procedura per l’utilizzo del fondo d’emergenza. Ma ci vuole tempo e intanto il freddo dentro le case aumenta. E per fortuna che la palazzina è una di quelle meglio conservate.
L’ulteriore beffa in questa storia è che anche il comune di Poto San Giorgio è moroso, avendo un debito di circa 700 euro avendo i locali della sala Castellani inglobati nella palazzina. Anche in questo caso, le Pec dell’amministratrice sono rimaste senza risposta.
Quella che ora dovranno invece dare in fretta per evitare che la situazione degeneri. Se i morosi non sono in grado di rientrare, l’Erap può anche decidere di togliere l’appartamento, ma intanto deve compensare e non lasciare all’amministratore di condominio un buco ingestibile, non certo frutto di qualche mese di dimenticanze.
Il comune si è ora attivato con l’assessore ai servizi sociali Francesco Tota Gramegna e ha convocato una riunione tra i vari soggetti per trovare una soluzione. Perché a prescindere dalle responsabilità, che appartamenti di edilizia residenziale pubblica, quindi non destinati a cittadini benestanti, rimangano senza riscaldamento per settimane non è accettabile.