FERMO – Cardiologia è uno dei reparti più in difficoltà dell’ospedale Murri di Fermo. Senza primario, con pochi medici, ma fino a oggi sembrava riuscisse a garantire lo stesso tutti i servizi. Fino a oggi. Perché ora per il direttore generale Roberto Grinta si apre una questione importante.
“Prevenzione? Ma di che si parla. Ho avuto un infarto nel 2017, anzi un principio che grazie al pronto intervento non è degenerato. Da quel giorno, mi è stato raccomandato di fare un controllo negli ambulatori di cardiologia una volta l’anno” racconta un cinquantenne fermano.
Per due anni tutto ok, poi il Covid che ha bloccato le visite, “ma questo era comprensibile e ho fatto la visita in un altro centro”. Quest’anno l’appuntamento gli era stato dato per il 15 settembre. “Ma ho ricevuto una telefonata due giorni fa dal reparto. Messaggio chiaro: tutte le visite sono sospese per mancanza di medici”. Si attendeva un rinvio e invece, il quadro è ancora peggiore: “Mi hanno detto che non possono dare un nuovo appuntamento perché non si sa se le attività ambulatoriali riprenderanno mai, visto che il reparto è sotto organico”.
Attonito il 50enne, che si è rivolto alla stampa, con tanto di carte in mano: “Incredibile che a Fermo non venga garantita una visita di controllo ritenuta fondamentale dallo stesso ospedale. Io sono tutto sommato giovane, ma se accadesse a uno più anziano o in condizioni più complesse? E chi non si può permettere una visita privata?”.
Dopo che il primario Gabrielli è emigrato al San Camillo di Roma, la situazione è continuata a peggiorare. A oggi sono tre i medici in organico contro i sei previsti. A questo si aggiunge la mancanza di emodinamica e di spazi adeguati, nonostante gli investimenti annunciati e mai concretizzati negli anni da parte della politica.