MONTEGRANARO – Ha un problema la città delle calzature. A Montegranaro si può andare a messa, ma non si può andare a pregare sulla tomba del proprio caro. "C’è malumore in paese per la chiusura del cimitero cittadino. Numerosi iscritti mi hanno contattata chiedendomi di essere portavoce della loro richiesta” esordisce Laura latini, ex presidente del consiglio comunale e attuale segretaria del Partito Democratico veregrense.
Il nodo del contendere è la decisione del commissario Francesco Martino di chiudere il camposanto. “Serve una strategia di riapertura. Nessuno vuole l’afflusso pre pandemia, si limitino orari ed accessi, si dividano ingresso e uscita, si metta personale a misurare la temperatura e tutto quanto verrà ritenuto necessario, ma per favore non si neghi a chi ha perso i propri cari, ancorché in questi giorni, anche questo conforto” prosegue la segretaria.
In fin dei conti anche nel periodo più duro di lockdown, grazie al supporto della Protezione civile, il cui personale è vaccinato, si garantiva l’accesso contingentato. Vero è che Montegranaro è uno dei communi più colpiti dalla pandemia, ma già i controlli delle forze del ordine sono ferrei fuori dai locali e dopo le 22, per cui non dovrebbe essere complicato garantire l’ingresso al cimitero per poter lasciare un fiore. Cosa che dal commissario è permessa ai fiorai.
“Chi ha subito un lutto in questo anno non ha potuto nemmeno condividere il dolore con parenti e amici, solo celebrazioni per pochissimi e nemmeno un abbraccio, non resta che il raccoglimento privato al camposanto. Proprio come le celebrazioni religiose, il rispetto dei morti è parte della nostra cultura e sentimento profondo di ciascuno. Le strategie le hanno già messe in atto i Comuni a noi vicini, dove i cimiteri sono aperti, non resta che seguire una buona pratica" conclude la Latini appellandosi al commissario prefettizio.