FERMO - Annusano il sudore delle ascelle e capiscono se hai il Covid. Sono al lavoro alla Politecnica delle Marche i sei cani delle associazioni cinofile Progetto Serena Onlus Asd, Semplicemente cane e Cluana Dog. Sono loro i protagonisti di “C19-screendog”, lo studio per il rilevamento del Covid promosso dalla Politecnica, in collaborazione con l’Area Vasta 3, la Assl di Sassari e l’Università di Camerino.
Il fiuto finissimo di un cane addestrato a riconoscere l'odore di una persona positiva al Covid-19, per sostituire un test rapido o un tampone molecolare. Sarebbe un notevole passo in avanti per lo screening di comunità - all'entrata di una scuola, di uno stadio o di un cinema - l'eventuale validazione della ricerca promossa dall'Università politecnica delle Marche
Dopo la raccolta, si passa, adesso, all’imprinting dei cani, che verranno addestrati a identificare i campioni di sudore ascellare di persone positive al Covid e a distinguerli da quelli negativi. Si passerà, poi, alla fase di validazione dell’imprinting, con i cani che saranno portati nei drive, dove testeranno le persone che stanno
per fare il tampone molecolare.
Il progetto è coordinato dalla professoressa Maria Rita Rippo, presidente di Infermieristica di Macerata, in collaborazione con il prof. Antonio Domenico Procopio, direttore del Laboratorio di Patologia sperimentale.
«I sistemi di rilevamento canini – spiegano i ricercatori –, oltre a essere straordinariamente sensibili, sono spontaneamente mobili e offrono la possibilità di esaminare efficientemente centinaia di persone in aree estese. I cani possono sentire la traccia odorosa direttamente dalla sua fonte e sono capaci di muoversi verso di essa. Non vi sono finora strumenti conosciuti che hanno tutte queste caratteristiche indispensabili».
