FERMO – Preoccupazione. Secondo la Federazione Moda Italia-Confcommercio, il mese di settembre si è concluso con un calo delle vendite del 6% nel settore moda, per lo più a causa delle eccezionali condizioni metereologiche. Non è sol un problema di produzione, c’è la questione vendita che impatta sull’economia.
Il 54% delle imprese ha evidenziato un valore delle vendite negativo, a fronte di un 27% positivo e un 18% stabile. "I negozi di moda – spiega il presidente Felloni - hanno registrato il rinvio di almeno un mese degli acquisti di maglieria, giacche, abiti, giubbotti, abbigliamento e calzature più pesanti sia per la donna che per l'uomo. Dal punto di vista dell'offerta commerciale la stagione estiva è finita, ma quella metereologica sta mettendo in difficoltà i nostri negozi che devono affrontare gravosi problemi che vanno da magazzini sempre più pieni ed assortiti alle sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, nonché spese generali come tasse, costi energetici, affitti indicizzati e costo del personale".
I rischi son grandi. Per questo Felloni lancia una proposta: “Bisogna trovare un accordo di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. Inoltre, ci aspettiamo un intervento governativo sulla riduzione dei costi di locazione al fine di alleviare la pressione finanziaria e una tassazione meno invasiva prevedendo anche la riduzione dell'IVA al 10% sui prodotti di moda ed in particolare su quelli made in Italy e sostenibili”.
In questo modo verrebbe aiutata anche la fine della catena, quel negozianti di cui spesso parla anche Diego Della Valle e che la politica troppo spesso dimentica. “È poi fondamentale - conclude Felloni - sottolineare il ruolo cruciale dei negozi di moda nella vita delle nostre città, dei nostri paesi e dei nostri centri storici contribuendo alla crescita non solo economica ma anche sociale e psicologica".