FERMO – Nuova vita per il parco di Monte Cacciù, o meglio per il bosco. “Le prime riunioni a marzo 2023 per cercare di organizzare la gestione del grande parco patrimonio di Fermo, seppur di per sé privato” introduce la consigliera comunale Eleonora Luciani.
Un parco di sette ettari, non delimitato, senza luci “pulito l’ultima volta oltre due anni fa dalla Steat”. Tanto c’era da rifare. “Abbiamo stanziato delle risorse, come Comune e Asite, per pulire la parte da mostrare ai cittadini in occasione della ‘Giornata mondiale della biodiversità’ (22 maggio). Un lavoro attento per non danneggiare le varie essenze arboree e creare un vero percorso didattico anche per le erbe spontanee”.
All’interno sono emerse tra l’erba anche delle orchidee spontanee, specie protetta. “Fermo è coperta dal verde per il 33% del suo territorio, siamo tra i comuni più verdi d’Italia. Complessa diventa la manutenzione, ma ci stiamo impegnando per cercare una riapertura, anche se non quotidiana”. E già arrivano richieste da scout e scuole per poterlo visitare.
Un percorso di valorizzazione nato grazie all’accordo tra Comune e Steat: “Parliamo di un’area che la stessa Steat provò a vendere in passato, ma senza trovare acquirenti. Con l’arrivo del presidente Ceroni ci siamo confrontati e ha aperto alla discussione con il comune parlando di un parco dentro il comune. Non ci siamo tirati indietro. Ma una volta prese in mano le chiavi, abbiamo capito che l’impegno era grande”.
Ma se uno crede che un’area sia importante per la città, la sfida la si affronta, anche prendendosi un po’ più di tempo del previsto. “Coinvolgere le associazioni era diventato fondamentale. Non avremo un prato inglese, ma insieme faremo il possibile. Il lavoro della consigliera Luciani è stato fondamentale, come quello di Fedeli che esprime quello che vorrei fare io nel dopo ruolo da sindaco”.
Operativo, nel progetto, è l’assessore all’Ambiente Alessandro Ciarrocchi: “Senza associazioni la vendita sarebbe stata scontata. Grande entusiasmo alla prima riunione, poi numeri calanti. Ma nascendo il coordinamento con Ettore fedeli ed Eleonora Luciani ci siamo ripresi. È arrivata così la prima pulizia di un parco altrimenti impraticabile”.
È stata resa utilizzabile la prima area, ampliabile nel tempo. “Però sulla manutenzione bisogna fare un discorso chiaro, non può pagarla sempre e solo il Comune, pur sapendo che Asite sarà sempre un supporto. Per cui ci aspettiamo una collaborazione fattiva. La convenzione è pronta, abbiamo studiato un sistema usato nel nord Italia”. Per attirare anche sponsor, il bosco apre i cancelli. Per un parco completamente fruibile servirebbero 50-60mila euro all’anno.
Per Legambiente, con Endrio Cruciani, lo sfalcio totale non ha senso: “Facendo un intervento mirato solo nelle aree usate dal progetto di Fedeli, i risultati sono vincenti. E poi possiamo creare un legame con l’Agraria di Montegiorgio che non ha aree in cui vivere davvero la terra. Facciamo un accordo anche per Monte Cacciù. E chiudere così anche un accordo con la Steat per i trasporti di scolaresche e cittadini”.
Il bosco, stando agli esperti, si mantiene da solo, “si interviene dove si creano problemi, ad esempio con i rovi che tendono a radicarsi e espandersi”. Interventi mirati, poi dove l’erba si secca fa concime e rifiorisce. Non parliamo di prato o parco cittadino in cui tagliare ovunque l’erba. “Proprio per evitare la perdita di biodiversità le piante vanno tagliate dopo la fruttificazione, in modo da garantire i semi” aggiunge Antonietta Crisanti del Cai.
Ci sono competenza e passione dietro la voglia di rinascita del bosco di Monte Cacciù. “Steat e Comune sono stai coraggiosi, dobbiamo dirlo” riprende Ettore fedeli, che coordina il gruppo di associazioni. Il 22 si potrà ammirare il primo step, passeggiando tra tre sentieri. Noi vogliamo un approccio al parco non solo di tipo scientifico, ma olistico e interdisciplinare in cui ognuno rafforza le competenze degli altri interventi. Tutti diamo qualcosa per far crescere sempre più fermo, che è Learning City Unesco, coinvolgendo ogni livello della popolazione. Le scuole non bastano e così le associazioni, per questo dobbiamo andare oltre ogni confine creando una vera scuola nel bosco”.
Non li spaventa il tema della manutenzione: “Se lo vivremo, sarà più facile mantenerlo”. Del resto, è la visione antropocentrica ha creato le erbacce, ma per la natura sono tutte erbe. “Insieme supereremo gli stereotipi culturali” concludono Fedeli e il big team che si immergerà anche in letture e scritti sula memoria del verde, dagli odori ai profumi.
“Insieme, si può”. Le associazioni coinvolte nel progetto sono Legambiente, Unipop, Nelnostropiccolo, Fattoria Sociale Montepacini, Cai, Auser, chi Mangia la Foglia, Iti Montani-Agraria, conservatorio Pergolesi, Fermo in Acquarello, centro sociale di Castiglione e Italia Nostra.
Il bosco è visitabile domani, 22 maggio, e nel fine settimana, sabato e domenica dalle 9 alle 19. Per concerti, letture e mostre d’arte bisogna attendere il ritorno del bel tempo.