FERMO – Nuovo macchinario per il Murri di Fermo. Una tecnologia che permette di raggiungere la miglior diagnosi in tempi brevi, grazie alla conservazione ottimale dei campioni chirurgici: si chiama "Biopreserve".
“Il macchinario – spiega il direttore generale Roberto Grinta - consiste in un sistema robotizzato per il confezionamento in formalina di campioni chirurgici in contenitori rigidi ed è stato consegnato ieri mattina al blocco operatorio dell'ospedale di Fermo, che diventa così l'unica struttura sanitaria pubblica nelle Marche a disporne”.
Un ulteriore tassello per l’ospedale verso l’adeguamento alle normativa vigenti su cui lavora ogni giorno la dottoressa Draghi. “E poi – riprende Grinta - garantisce ai professionisti del blocco operatorio e dell'Anatomia patologica totale sicurezza nel loro delicato lavoro di conservazione, trasferimento e analisi di materiale anatomico e di organi".
Nel dettaglio, le operazioni di erogazione della formalina e sigillatura del contenitore sono effettuate in automatico all'interno di un vano chiuso, aspirato e filtrato, garantendo la totale sicurezza per l'operatore che inserisce il campione chirurgico nel contenitore, imposta il programma e posiziona il contenitore dentro il vano di carico. In automatico, lo strumento pesa il campione, dosa la formalina e termosigilla ermeticamente sul contenitore un coperchio preformato d'alluminio che garantisce una completa impermeabilità ai liquidi e vapori.
Il Biopreserve arricchisce altri macchinari di ultima generazione presenti nel blocco operatorio del Murri. Gli ultimi arrivati, in ordine di tempo, sono i due Neptune 3 e presto ne arriverà anche un terzo. "Si tratta di un sistema per la gestione dei rifiuti fluidi che raccoglie, trasporta e scarica i fluidi chirurgici aiutando a proteggere il personale dall'esposizione ai rischi e aumentando allo stesso tempo l'efficienza in sala operatoria".