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Il bio è l'oro delle Marche, Valdaso terra leader. Carloni: "Il distretto unico ci proietta in Europa"

14 Dicembre 2021

FERMO – Il distretto del bio, che nella Valdaso ha il suo regno, è realtà. “Abbiamo scritto una nuova pagina della storia dell’agricoltura marchigiana. 2.200 agricoltori aderenti (4mila in totale nelle Marche), oltre 100 milioni di fatturato aggregato, il distretto Biologico Unico delle Marche ha le potenzialità per divenire il bio distretto più grande d’Europa” sottolinea l’assessore Mirco Carloni.

Una firma pesante, ma piena di speranza: “Il passo fondamentale di una sfida per costruire il futuro, per segnare la capacità di essere all'avanguardia e di saper aggregare i territori con un obiettivo comune. È un traguardo ambizioso” ribadisce il presidente Francesco Acquaroli.

L’agricoltura biologica, attraverso la creazione del Distretto e lo strumento dell’aggregazione di categorie, ha tutte le potenzialità non solo per far viaggiare un brand unico delle Marche, ma soprattutto per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, nell’ottica della transizione equa e giusta verso un’economia sostenibile e con impatto ambientale zero.

“Porteremo questo distretto a livello nazionale ed europeo come modello: sarà tra poco emanato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il bando per il finanziamento dei distretti del cibo a cui le Marche potranno aderire anche con il settore del biologico, con contributi per il settore primario e quello della trasformazione alimentare” ribadisce la Giunta.

Il bio copre il 60% del territorio regionale e vale oltre 100milioni di fatturato. “Noi crediamo nelle potenzialità di questo settore – ha concluso Carloni -  come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale” prosegue Carloni che ha anche preso parte alla giornata della Cia a Otezzano. Per il presidente Ascoli-Fermo, Ugo Marcelli “il biologico è il sistema più sostenibile. Dobbiamo coniugare il benessere della salute dell'ambiente e degli animali con la sostenibilità economica".

Aggiunge Mirella Gattari, presidente regionale Cia: “L'agricoltura tradizionale è la più sostenibile del mondo. L'agricoltura biologica italiana è il nostro fiore all'occhiello come salubrità dell'alimento. Non mancano le criticità che dobbiamo migliorare con adeguate strategie. Entro il 31 dicembre il nostro Governo dovrà presentare la nuova Pac Piano agricolo strategico. Confidiamo nella disponibilità di questi fondi per portare avanti progetti sul bio”.

La Commissione Europea entro il 2030 intende arrivare al 25% della produzione biologica in Europa. Questo perché Bruxelles vuole ridurre drasticamente l'inquinamento prodotto dagli imballaggi non ecosostenibili, dai trasporti e ridurre lo spreco alimentare.

Nelle Marche c'è stato un aumento considerevole dell'agricoltura bio. Il consumo del bio è cresciuto nell'ultimo anno del 4,4% con un valore pari a 3,3 miliardi di euro. I principali prodotti bio sono la frutta per il 27% mentre il il 20% latte e derivati. Il 36,6% viene venduto nel nord ovest d'Italia nel nord est il 26% il 25% nel Centro.

@raffaelevitali

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