FERMO – Passa il bilancio in Consiglio comunale. E come sempre ha due letture, quella della maggioranza, via assessore Alberto Scarfini, e quella della minoranza con Sandro Vallasciani.
“Il 2024 si chiude con l’ennesima variazione di bilancio, che è sempre più rigido, con ingenti accantonamenti per crediti di dubbia sensibilità” esordisce Vallasciani. Mentre per Scarfini è “un bilancio di previsione con misure e investimenti che riguardano i principali aspetti della vita cittadina. Un bilancio che concentra molte risorse e che tiene in debita considerazione le fasce più deboli ed il sociale, che in questi anni abbiamo sempre ritenuto di grande importanza con azioni concrete”.
Tornando i dettagli del previsionale, il capogruppo del Pd è duro: “Fissa a 62 milioni di euro la spesa corrente, ben 18.000.000 in più del consuntivo 2023, è un puro atto di fede visto che al momento della sua redazione non sono disponibili i dati che ne potrebbero pregiudicare il suo equilibrio. Molte delle cifre ipotizzate saranno suscettibili di significative variazioni, in quanto dipendono da accertamenti che potranno essere noti solo in corso del prossimo anno, mentre sono certi i tagli previsti dal governo che potrebbero incidere per minori trasferimenti che oscillano da 300 mila ai 400 mila euro”.
Ma l’assessore la vede diversamente: “Abbiamo un utile di amministrazione di 16 milioni di euro. Imu e Irpef sono rimaste invariate, sono previsti investimenti per il biodigestore, per l’edilizia scolastica della città, prossimi interventi ad esempio per la “Da Vinci-Ungaretti”, per il ponte Girola- Campiglione, con Iti Urbani gli interventi a Fontevecchia e Girfalco e per il waterfront Casabianca, per l’impiantisca sportiva della costa nord, solo per ricordarne alcuni”.
E proprio sul biodigestore arriva l’ultimo affondo di Vallasciani: “L’operazione biodigestore è la vera sfida di questa amministrazione nella capacità di poter rispettare i tempi di realizzazione entro il marzo 2026, ma soprattutto quella di avviare l’attività di gestione e renderla remunerativa per l’Asite. È sulla gestione della complessa attività di funzionamento dell’impianto che si gioca la partita, per il reperimento delle materie prime e di personale qualificato che faranno la differenza sui risultati economici dell’attività che a seconda dell’esito potranno mettere in seria difficoltà la società stessa e di conseguenza il comune proprietario. Quello che è certo che il comune accantonerà somme per tale operazione per circa 500.000 euro nei prossimi 24 anni”.
Il timore finale della minoranza è che “non ci sarà la capacità di gestire nel futuro non certo roseo, è la capacità di poter gestire tutti i nuovi contenitori che sono in corso di costruzione e/o recupero come il Mercato Coperto, il Fontevecchia, le strutture del Pinqua alla Conceria, il vecchio e nuovo ospedale”.