Non è facile la vita dell’amministratore pubblico, sindaco o presidente che sia. Non solo deve prendere decisioni, spesso è in balia del ‘benaltrismo’. Perché c’è sempre qualcosa di diverso, di maggiore, di alternativo che si può fare partendo dalla scelta presa.
“Il Coronavirus è pericoloso”. Ma vuoi mettere l’influenza, l’inquinamento atmosferico, la scabbia, le strisce pedonali che non si vedono.
“Le scuole vanno chiuse”. Ma possibile che non si chiudano i centri commerciali, che non si limiti il lavoro in fabbrica e in ufficio, che non si sigillino le case di riposo, che non si chieda prima l’autorizzazione di qualcun altro oltre alla propria, anche se è sufficiente.
“Ora siamo più sicuri”. Ma non si pensa agli alberghi vuoti, ai teatri, alle mostre programmate, all’immagine che avevamo come seconda regione da visitare nel mondo. Era meglio gestire tutto tra pochi, tanto pare che non muoia quasi nessuno.
“Il Governo non può imporci tutto”. Ma non poteva ricordarsene prima, non poteva alzare la voce per la ricostruzione che non c’è, per la viabilità drammatica, per l’incubo A14 passato nel silenzio, per l’aeroporto senza voli, per le merendine a scuola senza crema.
Dura la vita dell’amministratore, in particolare di un governatore che ha abituato tutti al silenzioso lavoro lontano dai riflettori e che improvvisamente alza la testa suscitando in tutti una sola reazione: cui prodest? Ma dura anche quella dei sindaci che vanno per ordine sparso: c’è chi chiude le palestre agli allenamenti, Porto San Giorgio, chi le lascia aperte, Fermo, chi deciderà. Decisioni prese magari dopo sessioni social con i cittadini vogliosi di dire la loro.
Coordinarsi non è facile, ma il coronavirus, intanto, almeno nel Fermano ha raggiunto quello che sisma e A14 non erano riusciti a far fare: convocare un’assemblea dei sindaci (venerdì) per provare a darsi delle regole comuni di azione. Mica poco, ma se l’effetto sarà quello del post incontro tra premier Conte e presidenti di Regione c’è poco da stare tranquilli.
E per la cronaca, sono guariti i pazienti ricoverati allo Spallanzani. Perché noi italiani abbiamo un grande sistema sanitario, per altro pubblico. Anche se i ghiacciai si sciolgono e i monopattini elettrici non ci sono ancora in centro.