di Raffaele Vitali
SANT’ELPIDIO A MARE – Siti internazionali, riviste di settore, testate nazionali: il playground disegnato e colorato da Giulio Vesprini ha portato Sant’Elpidio a Mare al centro dell’attenzione del mondo della street artisti. Il campo di Cascinare è indubbiamente bello, anche se non erano mancate, appena realizzato, alcune critiche per le linee utilizzate che non ricalcavano, per il campo da basket, le nuove regole.
Ma Vesprini non ha fatto nulla a caso, come spiega descrivendo il suo ‘Super Space - Struttura G0050’. E tra l’altro, è arrivata anche la conferma che alla fine un canestro è sempre un canestro, anche per chi gioca in serie A come la Orsili, il talento della Nazionale italiana che ha scelto il nuovo playground per scaldare la mano.
“Vi spiego perché il campo da basket con le linee del tiro libero a trapezio non è uno sbaglio, ma una scelta. Questa piastra ha più di 30anni e dei limiti strutturali evidenti. Non ci sono i fondocampo, i giusti spazi per il riconoscimento a livello federale. Al contempo, il posto è perfetto per due tiri in relax a fine giornata di mare, per giocare a calcetto. Questa è una struttura di territorio, senza ambizioni avendo dei limiti fisici”.
Quando ha dovuto scegliere, dopo aver lavorato coni geometri comunali, Vesprini non ha avuto dubbi: “Piuttosto che rinunciare al basket ho scelto il vintage, di riprendere il playground vecchia maniera, quelli che hanno fatto la storia”.
Il calcetto era la certezza, il basket è stata la scelta, il valore aggiunto che volevano tutti. La dimostrazione? “Poche settimane e i canestri sono stati montati. E questo deve accadere, altrimenti le opere diventano bellezze incompiute (vedi il playground del parco della Mentuccia a Fermo, ndr)”.
Per realizzare il campo osannato dagli esperti, Vesprini ha fatto un certosino lavoro di misurazione: “Ho preso ogni misura dal calcio d’angolo da 25 centimetri, il cerchio a centrocampo, la linea del tiro da tre punti. Ci sono limiti che non vengono risolti se raddrizziamo la linea”. Da qui la decisione finale: “Omaggiare il basket che io ricordo da bambino, quello che mi appassiona. Amo il calcio e il rugby, ma in realtà amo lo sport. Quando Basile segnava con la maglia della Nazionale mi emozionavo. Mi sono quindi preso una licenza di artista. Quel campo ha un dorso d’asino che ha reso complessa la lavorazione, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti”.
L’assessore Pignotti e il sindaco Terrenzi, che sono scesi in campo con Vesprini e la Orsili per inaugurare i ferri, credono in questo campo, tanto da aver inserito nella riqualificazione anche i gradoni e la potatura delle piante. “Prima di realizzarlo ho studiato playground di mezzo mondo. I puristi possono non apprezzare, ma i campetti che hanno fatto la storia sono così. Io sono un romantico e in questo campo lo racconto a tutti”.
Per realizzarlo 10 secchi di vernice da 20 kg, resine particolari che evitano di scivolare, con tanto di fondo che aumenta il grip e un additivo contro l’umidità. I colori? Merito di una ditta che ha iniziato a colorare i prodotti, andando oltre quelli classici da piste ciclabili e campi da tennis. Materiale che garantisce una durata maggiore, ma è chiaro che essendo all’aperto la resina degli alberi e glie escrementi degli uccelli, materiale molto acido, possono danneggiarlo”.
Per Vesprini è stato il secondo play ground dopo quello di Fermo, “che spero venga completato con porte e canestri, i luoghi devono vivere”, e non sarà l’ultimo: “E’ una realtà in crescita. Ho tante richieste, ma ho deciso di lavorare solo su playground esterni dove la strada assume un valore artistico e sociale. Un mondo in forte evoluzione, partito dal nord Europa e dagli Stati Uniti e ora arrivato in Italia. Non è un togliere al muro, alla tradizione della street art, ma è un nuovo filone. Da laureato in architettura la sfida di una superficie piana è grande. Richiede un grande studio, ma quando si incrocia alla volontà di un’amministrazione come in questo caso tutto diventa più semplice” conclude l’artista.