di Raffaele Vitali
FERMO – Inclusione e presa di coscienza: cresce la rete dell’osservatorio permanente sui disturbi specifici dell’apprendimento e sull’inclusione scolastica ideato dalla provincia di Fermo. “Nel 2015 il percorso è iniziato con un tavolo provvisorio che univa alcune figure di scuola e Asur. Un modo per dare man forte al personale docente e alle famiglie che dovevano affrontare i Dsa”. Primi screening, convegni e poi momenti di confronto per far crescere i servizi.
“Anno dopo anno, la scelta di darsi una struttura permanente che ha portato alla nascita dell’osservatorio. Un luogo che a costo zero dà informazioni e crea iniziative” spiega Stefano Pompozzi, vicepresidente della provincia di Fermo.
Su richiesta di insegnanti e genitori sono stati tanti gli incontri in molte realtà del territorio con il fondamentale supporto dell’Aid, l’associazione italiana dislessia che nel Fermano ha Lucia Iacopini come riferimento. È nata anche una guida sui Dsa, punto fermo al fianco dell’osservatorio permanente.
I NUMERI
Una delle azioni principali è legata agli screening nelle scuole elementari che mirano a individuare i casi sensibili e poter proporre un percorso di potenziamento. Nel 2019 sono stati coinvolti 1089 alunni di questi 918 italiani. “Vengono valutati separatamente i madrelingua italiani perché presentano un quadro evolutivo diverso nell'apprendimento della letto-scrittura” spiega la dottoressa Iacopini.
Dopo la prima prova, sono stati 135 quelli attenzionati (12,39%). Nel mentre tutta la classe è stata impegnata in un percorso di potenziamento fonologico, al termine del quale è stato somministrato un secondo questionario. Alla fine, sono stati inseriti nel percorso Dsa 31 alunni, il 2,84%, in linea con la media nazionale del 3%.
Da quando l’osservatorio è in azione, ogni insegnante della scuola primaria ha preso parte della formazione che permette di riconoscere i disturbi, sono loro stessi a sottoporre lo screening agli alunni. “In questi anni abbiamo abilitato i docenti, poi entra in gioco l’Asur” aggiunge la Iacopini. E la conferma arriva da Robeerto Vespasiani, dirigente Polo Urbani: “Il protocollo interno include anche altri bisogni speciali, dall’opposività ad alunni in adozione che possono avere esigenze formative differenti. La scuola si carica delle particolarità di ognuno, incluso l’emergente stato d’ansia”.
LA CRESCITA
“Ogni due anni l’impegno viene rinnovato. Ora si cresce con l’inserimento di un’azione sui Bes, i bisogni educativi speciali. Come Provincia siamo un raccordo, poi l’operatività è nelle mani dei firmatari di quella che è una mosca bianca in ambito nazionale. Che invece speriamo sia d’esempio e replicata” riprende Pompozzi.
La Provincia ha come obiettivo la cultura dell’inclusione, “questo è quello da cui partiamo e su cui lavoriamo per favorirla” ribadisce il vicepresidente. L’Ipsia e l’Urbani sono i due poli di riferimento individuati dall’ufficio scolastico. “Noi abbiamo aggiunto l’Isc dei Sibillini per ampliare l’azione”.
Non ci sarebbe completezza di azione senza l’Asur. Il dottor Sergio Corsi è il responsabile dell’unità operativa Cure tutelari che prevede l’Umea, il consultorio familiare, e l’Unità evolutiva. “Ruolo chiave lo avranno gli psicologi, chiamati a valutare anche il crescente disturbo d’ansia provocato dal terremoto al Covid. Quindi un faro in più da accendere. Purtroppo anche noi soffriamo d’organico, ora abbiamo due psicologhe esperte che vanno in pensione, dovremo essere bravi a trovare figure pronte”.
LA SINERGIA
“Siamo partiti dai ragazzi che non capivano cosa non funzionasse in loro a una consapevolezza del problema e quindi dalla capacità di affrontarlo per superare, nel possibile, il limite inziale. Questa è una politica inclusiva che ci spinge aa lavorare coni ragazzi, ma anche con le famiglie e gli insegnanti che vanno aiutati a capire” aggiunge la dirigente dell’Ipsia Bernardini. “La presa di coscienza cresce. Almeno a livello di istituto superiore” riprende Vespasiani.
La Di Mascio, dirigente del polo dei Sibillini: “Ha arricchito i docenti questo osservatori, che hanno potuto capire e approfondire la loro conoscenza dei Bes e dei Dsa”. Braccio operativo sono gli Ambiti Sociali, inserendo anche risorse. “Sul sociale come comune investiamo da anni, siamo molto attenti e sempre disponibili alla collaborazione” chiosa Luca Piermartiri, assessore ai Servizi sociali di Porto Sant’Elpidio.
Chi c’era, dieci anni fa, e c’è oggi è Alessandro Ranieri, direttore Ambito XIX: “Se a volte abbassiamo degli standard, lavorando sui singoli bisogni, riusciremo ad avere un mondo più basato sulle competenze e le skill che ogni bambino ha. Sono ottimista, il sistema sta davvero cambiando e in meglio”.