Lunga lettera della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, al quotidiano La Stampa per spiegare il senso del 25 Aprile.
*Il 25 aprile è la data in cui è stato seminato il germe dell'Italia repubblicana. Un'Italia libera, fondata sul diritto e sui diritti, che ripudia la guerra e riconosce il principio internazionalista come metodo per assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni.
Abbiamo visto vittime innocenti cadere nel disegno perverso di una ferocia demolitrice e fratricida e abbiamo toccato con mano cosa significhi violare l'essenza stessa dell'umanità. Eppure, proprio la Festa della Liberazione ci dimostra che quella follia devastatrice non è riuscita ad annientarci. Siamo riusciti a risollevarci dalla spirale dell'odio. Determinante è stata l'esperienza della Resistenza, il cui valore storico va ben oltre il significato etimologico del termine.
Un movimento spontaneo che, nel pluralismo delle visioni politiche, culturali e religiose, ha combattuto per la liberazione e nel contempo per affermare prospettive di libertà, giustizia, democrazia, eguaglianza e solidarietà.
Io ho avuto la fortuna di conoscere questi valori in prima persona dalle parole di mio padre, funzionario della Polizia di Stato condannato a morte come oppositore al totalitarismo nazifascista e liberato proprio il 25 aprile 1945. Mio padre mi ha sempre insegnato che opporsi al regime era l'unico modo per onorare la libertà, come premessa individuale e fine ultimo collettivo di qualsiasi società.
77 anni di pace e democrazia in Europa ci hanno abituato a vivere la libertà come se fosse un dato acquisito, uno stato delle cose immodificabile, entrato a tal punto nel nostro modo di vivere da ritenerlo quasi scontato. Eppure, se guardiamo alle tante aree di crisi globali, vediamo che la libertà è una eredità da preservare e coltivare anche nella contemporaneità.
Penso in primo luogo alla drammatica esperienza dell'emergenza sanitaria, che ci ha insegnato come la libertà abbia oggi nemici molto più imprevedibili e insidiosi rispetto al passato e come anche le libertà di base possano improvvisamente cedere di fronte alle istanze della sicurezza. Penso poi alla guerra, che è una realtà in tante regioni del mondo e che è ora tornata prepotentemente anche nel cuore dell'Europa, nel terribile scontro tra Russia ed Ucraina. In questo 25 aprile ci troviamo di fronte ad un conflitto davvero inaspettato, crudele, che non risparmia nessuno, che non ha pietà di donne e bambini.
Abbiamo tutti nel cuore il loro grido di dolore. Sembra di vedere tornare indietro le lancette dell'orologio rispetto a quel cammino di cooperazione internazionale avviato nel secondo dopoguerra.
Con la caduta del muro di Berlino, sembrava finalmente che si fosse conseguito un nuovo equilibrio geopolitico orientato al multilateralismo, finalizzato a promuovere una governance mondiale della sicurezza e dello sviluppo.
La storia del XX secolo, come quella del XXI, insegna che fuori da quell'equilibrio, tutti i valori di civiltà tanto faticosamente conquistati rischiano di essere negati. E allora oggi serve lottare anche a livello internazionale perché le prospettive del dialogo e del multilateralismo possano prevalere sempre. Perché non c'è alternativa alla libertà. Non c'è alternativa alla democrazia. Non c'è alternativa alla fratellanza e solidarietà rispetto alle prove globali della contemporaneità. Solo custodendo questi valori potremo costruire un futuro di pace, di speranza e di prosperità.
Questo è il grande messaggio che il 25 aprile affida a ciascuno di noi. Mi auguro che la sua forza ispiratrice ci aiuti a superare ogni barriera fisica e culturale per affermare, oggi più che mai, la liberazione da tutte le guerre.
Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato della Repubblica