Cosa pensa il Partito Democratico, prima forza di opposizione all’amministrazione regionale, del 2023 del presidente Francesco Acquaroli? La risposta è facile e la danno compatti i consiglieri, capitanati dal capogruppo Maurizio Mangialardi, forti dell’esperienza politica, e di contenuto, dell’ex assessore fermano Fabrizio Cesetti: “Un anno di fallimenti”.
Dalla sanità alle infrastrutture, dal sociale all’economia, fino alla politica urbanistica i Dem non salvano nulla.
“Un disastro che soprattutto investe il sistema sanitario, che vede crescere i disservizi e i tempi delle liste di attesa, arrivando persino a negare le prestazioni ai malati oncologici e ai bambini cardiopatici. A sostenere ciò non sono solo quei “disfattisti” dell’opposizione, ma i medici e gli infermieri di tutti gli ospedali della regione, la Corte dei Conti, il Collegio dei Revisori dei Conti che ha messo nero su bianco come la sanità marchigiana sia per pochi privilegiati facoltosi, raccomandati e fortunati” spiegano i consiglieri del Pd, rafforzati dalla segretaria Bomprezzi. Si vedrà se il nuovo sottosegretario Salvi, figura che non esisteva, riuscirà a cambiare marcia nel settore guidato da Filippo Saltamartini.
C’è poi l’economia: “I dati certificano per le Marche la crescita più bassa d’Italia nel 2023 e crescita zero nel 2024: segno evidente che le inesistenti politiche industriali della giunta Acquaroli stanno portando la regione a una stagnazione che rischia di trasformarsi in recessione”. E aggiunge Mastrovincenzo: “Dall’ultimo Rapporto Caritas emerge che sono 15.000 le famiglie assistite dalla Caritas nella nostra regione, che è la seconda in Italia dopo la Liguria, nella triste classifica del numero di famiglie assistite rispetto a quelle residenti. I dati sul lavoro sono drammatici: aumentano gli occupati ma si tratta di contratti precari, mal retribuiti e di breve periodo. Tra coloro che trovano per la prima volta lavoro, le donne sono appena il 19,6%. L'occupazione diminuisce di 2.200 unità nel settore manifatturiero, cioè quello più consolidato dell'economia locale, e aumenta il ricorso alla cassa integrazione.
A livello urbanistico interviene Anna Casini: “La legge urbanistica recentemente approvata, già di per sé scritta male, risulta inutile, inapplicabile e dannosa. Siamo a fine anno e già le Province e i Comuni hanno chiesto chiarimenti proprio perché non riescono ad applicarla. Non ascoltano, prendiamo il superbonus. A seguito della mannaia del governo Meloni sulla possibilità di cessione del credito, siamo stati tra i primi in Italia a presentare leggi a tutela degli esodati, che rischiano di perdere i risparmi di una vita, e delle imprese edili, molte delle quali prossime al default. Leggi che ancora, nell’indifferenza della giunta regionale e dell’intero centrodestra, attendono di essere discusse dall’Assemblea. Che almeno ha approvato quella per la tutela delle donne affette da endometriosi e auspichiamo che ciò avvenga anche per quella riguardante il rimborso dei viaggi a chi accompagna figli o chi è affetto da malattie rare, non rimborsabili nelle Marche”.
Per anni ha gestito i numeri, inevitabile una riflessione di Cesetti: “Siamo una regione dove il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, non è più garantito. È quanto sanno benissimo tutti i cittadini che, quotidianamente, alzano la cornetta del telefono per prenotare al Cup una prestazione medica, scoprendo che, nella stragrande maggioranza dei casi, non troveranno risposta dal servizio sanitario pubblico regionale. Del resto, persino l’assessore Saltamartini ha candidamente ammesso che sul liste di attesa “il sistema individuato dalla giunta Acquaroli semplicemente non ha funzionato”. Questo è il risultato di scelte che la giunta Acquaroli e la maggioranza che la sostiene hanno compiuto, a partire dalla legge di riorganizzazione del sistema sanitario, che ha cancellato l’Asur, e dal Piano Socio Sanitario Regionale, che non stanzia le risorse necessarie. Un disastro”.
Parla di “tradimento dei marchigiani” il consigliere Carancini che ricorda come proprio sulla sanità Acquaroli avesse vinto: “ il suo fallimento finale è la nomina di Aldo Salvi, il 22 dicembre, a sottosegretario alla presidenza della giunta regionale e, soprattutto, le specifiche 8 questioni che il Presidente Acquaroli gli ha affidato raccontano la cronaca di fallimento sanitario annunciato”. Dura anche la pesarese Micaela Vitri: “La giunta Acquaroli non è riuscita a utilizzare nemmeno la metà dei fondi disponibili per la riduzione delle liste d'attesa. Dalla Corte dei Conti è arrivata la conferma di una situazione che denunciamo da tempo, ovvero un forte ritardo nell’attuazione del Piano per la riduzione delle liste d’attesa con ripercussioni sulla mobilità passiva. I dati emersi sono peggiori di quanto potessimo immaginare”.
La più ‘international’ del gruppo, l’ex assessora Manuela Bora, accende il faro invece sull’aeroporto, l’Atim e quel mondo fatto di turismo che a parole la regione potenzia: “La verità è che il servizio aereo su Milano, Roma e Napoli, così come è stato proposto, non è economicamente sostenibile. Anche la cordata di imprenditori marchigiani guidata nel 2021 da Merloni, punto di riferimento del presidente Acquaroli, era giunta alla stessa conclusione. Uno spreco di denaro pubblico che arreca un danno enorme all’aeroporto dorico soprattutto se si considerano i tantissimi sacrifici fatti dalla precedente giunta Ceriscioli nel tentativo di metterlo in salvo. Ci ritroviamo invece un’Atim che è una scatola vuota, priva di quelle figure specializzate che avrebbero dovuto rendere più efficaci le attività regionali rivolte al settore turistico e all’internazionalizzazione”.