MONTE URANO – Finalmente la politica e le associazioni di categoria si rendono conto dell’importanza che riveste la parola IGP per il settore manifatturiero. L’indicazione fino a oggi riservata ai prodotti food, grazie al grande lavoro di Germano Craia e Moira Canigola, con il supporto del lobbista a Bruxelles Federico Lazzari, ha permesso di ottenere il riconoscimento a livello europeo. Rilanciato anche dal Ministro per il Made in Italy, come ricorda l’assessore Andrea Maria Antonini.
Moda, legno, tombolo, oreficeria, strumenti musicali, terrecotte, ceramica, vetro, carta, paglia, cappelli, articoli religiosi, costumi teatrali, ferro battuto: ecco alcune delle produzioni marchigiane che potranno fregiarsi del marchio Igp (Indicazione geografica protetta). Un marchio esteso ai prodotti industriali e artigianali tipici da un decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha recepito quanto previsto dal regolamento europeo su cui hanno lavorato per anni un imprenditore monturanese e la sua allora sindaca.
“Per ottenere la Igp - informano Cna e Confartigianato Marche - occorre costituire delle associazioni di produttori e predisporre i disciplinari di produzione che dal 1 dicembre 2025 saranno indispensabili per la candidatura al riconoscimento delle Igp dei prodotti industriali e artigianali no food. Il Ministero concederà alle associazioni dei produttori un contributo pari all'80 per cento delle spese sostenute fino a un massimo di 30 mila euro. La dotazione finanziaria complessiva è di 3 milioni di euro”.
A coordinare il tutto a livello regioni italiane è lo stesso Antonini, che ha la delega allo sviluppo Economico. “I produttori locali e gli artigiani delle produzioni tipiche legate a determinate aree geografiche marchigiane, individuate dalla Regione, dovranno quindi mettersi insieme in apposite associazioni di produttori, per definire il rispetto di prassi e tecniche di produzione comuni e con il compito di redigere appositi disciplinari di produzione, per i quali chiedere il contributo ministeriale” aggiungono gli artigiani.
I disciplinari dovranno essere depositati in Camera di Commercio. Le domande potranno essere presentate al Ministero dal 16 settembre al 31 ottobre. Da Macerata a Fermo, da Offida a Urbania e Loreto, la Regione Marche ha individuato ventidue potenziali distretti candidati a fregiarsi del marchio Igp no food. Si tratta delle calzature (Fermo - Macerata); pelletteria (Tolentino - Serravalle di Chienti); camicie (Camerano - Filottrano); Guanti (Tolentino); legno (Appignano); argenteria (Recanati - Osimo); gioielli in oro (Fano -Jesi - San Benedetto -Ascoli Piceno); strumenti musicali (Castelfidardo); tessuti (Carpegna - Macerata); tombolo (Offida); terrecotte (Barchi - Fratterosa - San Benedetto); ceramica (Pesaro -Urbania - Fratterosa - Ascoli Piceno - Appignano); cartapesta (Fano); vetro (Apiro); rilegatura libri (Urbino); manoscritti a mano (Recanati); carta (Fabriano - Pioraco - Ascoli Piceno ); Paglia, vimini e giunco (Sant'Ippolito); cappelli (Montappone); Corone da rosari (Loreto); costumi teatrali (Ancona); ferro battuto (Monte San Vito).
“Organizzeremo a livello locale - concludono Confartigianato e Cna Marche - confronti con le imprese dei territori interessati alle nuove regole Igp per le produzioni tipiche artigianali e industriali, perché gli imprenditori marchigiani non possono farsi sfuggire questa grande opportunità di promozione e valorizzazione dei prodotti e dei territori”.
@raffaelevitali