PORTO SAN GIORGIO – Nel giorno della presentazione del rapporto Ice sul commercio estero, tra i relatori c’era una sangiorgese. Una imprenditrice, esperta di comunicazione, che è stata scelta come best practice, Caterina Pancotto.
“Sono una tra un milione di piccoli e medi imprenditori italiani. Sono una marchigiana, terra di cura dei dettagli nella produzione. Una terra cresciuta con il made in Italy, dove si respira la moda, intesa come mezzo per avvicinarsi all’arte alla cultura italiana” ha esordito Caterina Pancotto, più determinata che emozionata.
Tra le testimonianze dei ministri Giorgetti e Di Maio, c’era lei, l’ideatrice di Beach Vibes, brand dedicato alla Moda Mare, veicolo di promozione del Made in Italy nel mondo anche grazie alla presenza su Alibaba. E proprio l’accordo tra Ice e il portale orientale è stato al centro dell’iniziativa.
La Pancotto è stata scelta come portavoce tra 1000 aziende che hanno accesso alla piattaforma B2B leader mondiale Alibaba.com nella sezione dedicata all’offerta di prodotti unici e selezionati per portare l’Italia nel mondo, sono 190 i Paesi collegati ad Alibaba.
Il valore aggiunto che l’Ice ha trovato in Pancotto è il fatto che ha saputo far crescere la sua start up, rendendola a tutti gli effetti un’azienda. “Sono tre le caratteristiche fondamentali per un piccolo imprenditore che vuole emergere: qualità, capacità produttiva e comunicazione”.
Se sulle prime due l’imprenditore medio è ben strutturato, a livello di comunicazione emergono i gap con il resto del mondo e anche di altre zone d’Italia, pensando alle piccole Marche: “La comunicazione deve saper promuovere il nostro design. Avere una strategia comunicativa per vendere all’estero è la base. Una strategia che parte dalla comunicazione visiva e social per giungere alla digitalizzazione” prosegue la Pancotto, che oltre a produrre Beach Vibes è titolare di una agenzia di comunicazione.
“La pandemia - prosegue – ha fatto comprendere a tutti la necessità di investire in questo settore. grazie a una comunicazione efficiente, sono riuscita aa entrare nei mercati di Stati Uniti, Norvegia e Croazia”. Il tutto con le proprie forze e il sostegno della Confartigianato, prima, e dell’Ice poi grazie a progetti come quello con Alibaba.
Lei, che del digital è un riferimento, non vedeva però l’ora di tornare in presenza. “E questo – conclude l’imprenditrice – è avvenuto a luglio grazie alla fiera Maredamare di Firenze. Un'emozione unica dopo due anni è stata poter far toccare con mano ai visitatori di tutta Europa, i nostri capi, la qualità e la maniacale cura per i dettagli, prerogative indispensabili di una manifattura tutta Made in Italy. Che si può mostrare e raccontare, ma che se toccata diventa davvero unica e inimitabile”.
Raffaele Vitali