FERMO – La mano del mister sulla prestazione della Fermana che al Recchioni ritrova i tifosi (181 su 532 posti disponibili), pochi ma rumorosi. Pronti a urlare, con tutta la voce rimasta silente in questi lunghi mesi senza poter andare allo stadio, il nome di Neglia. È lui l’eroe gialloblù.
Quando sei in difficoltà, hai due scelte: sperare o provare. Mauro Antonioli è uno che quando giocava dietro le punte provava, non si limitava ad attendere la buona sorte. Anche perché è evidente che questa Fermana non piace alla dea bendata. Neppure il tempo di far capire ai 5 messi in campo nell’11 iniziale, rispetto ai titolari di domenica, cosa dovevano fare che l’arbitro fischia il calcio di rigore per il Gubbio. Ingenuità di De Pascalis che sgambetta Pellegrini dentro l’area. Proteste che servono a poco, il fallo è netto e perfetta è la conclusione di Sainz Maza.
Poteva crollare la Fermana, che dopo cinque giornate ha accumulato un solo punto. e invece, tra le urla dei compagni sistemati in tribuna, trascinati dall’ultras Cremona, e le indicazioni di Antonioli, che resta calmo, i canarini reagiscono. Iniziano a guadagnare metri, pur con qualche brivido. E alla fine arriva il pari sull’asse ad alta velocità formato da Boateng e Neglia. Il primo rincorre la pala, la recupera e la mette in mezzo dove il pugliese non deve fare altro che usare la sua tecnica per tirare e mettere il pallone sotto la traversa, dove Cucchietti non può arrivare.
Pareggio meritato al termine di un primo tempo nervoso, troppe parole e urla trai giocatori che l’arbitro controlla a fatica, in cui il brivido finale è per il Gubbio, che ha avuto una sola fortuna, la palla perfetta di Liguri, unica giocata in 45’ di nulla, finisce sui piedoni di Urbinati che tira fuori.
La giocata salva il posto a Liguori, che altrimenti sarebbe stato sostituito da Iotti o Grbac, chiamati dopo 15’ del primo tempo da Antonioli a scaldarsi. Vuole vincere la Fermana, l’inizio del secondo tempo è tutto gialloblù che tiene il pallone stabilmente nella metà degli umbri. Tranne quando Cinaglia, un colosso prestato al calcio, decide che è ora di farsi quaranta metri palla al piede e per poco non riesce anche a sorprendere Ginestra.
Solo un brivido, perché la Fermana è determinata. Non abbassa la linea difensiva, ci pensa Grossi a dettare i ritmi che valgono l’ennesimo calcio d’angolo. Bigica sulla bandierina, il cross è perfetto, Rossoni è pronto a colpire di testa ma un difensore del Gubbio preferisce strattonarlo e affossarlo. Rigore, un altro, ma questa volta, dopo cinque contro, è a favore. Mentre Neglia posiziona il pallone sul dischetto, un cartellino rosso si alza: è per l’immenso Cinaglia. Passano tre minuti prima che l’attaccante possa tirare. Ma non c’è distrazione che tenga, il gol era già nell’aria.
Il problema è che poi la Fermana smette di giocare, si accontenta, decide di difendersi e così il Gubbio sopravvive e spera, affidandosi alla stazza di Gerardi e al piede buono di Sainz Maza. Ma in dieci, con tanti assenti e un avversario timoroso ma ordinato, c’è poco da fare. I problemi ci sono, gli ultimi 25minuti li hanno messi tutti in mostra, ma intanto la Fermana ha scoperto Boateng e ha vinto. E questo, considerando che diversi big erano in tribuna, è un ottimo segnale, come gli applausi che i 181 tifosi regalano ai giocatori che vanno sotto la tribuna in attesa che torni arimepirsi la Duomo.
Raffaele Vitali