FERMO – Se gli italiani non comprano italiano, in tempo di crisi internazionali e crollo dell’export, per il mondo della moda, e non solo, si fa veramente dura.
A un mese dalla partenza i saldi estivi non decollano e si registra un segno negativo dell'8,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Questo emerge dai dati, pubblicati da Adnkronos, forniti dalla Federazione Moda-Italia Confcommercio, frutto di una indagine tra i titolari dei negozi di vicinato del settore moda.
Solo il 15% parla di crescita. "Le zone turistiche stanno andando meglio anche perché i viaggiatori extra europei possono usufruire della tax free che rende più vantaggioso l'acquisto di capi di lusso" spiega Giulio Felloni, presidente di Federmoda.
Quanto ai generi più venduti il sondaggio segnala la maglieria leggera polo e t-shirt, pantaloni e camicie soprattutto di lino (da uomo) ma anche indumenti leggeri e accessori come borse e scarpe da donna sono risultati particolarmente appetibili.
Le percentuali di sconto, in questo primo mese, sono variate in generale dal 20 al 30% mentre da oggi e per tutto il mese di agosto subiranno ulteriori aumenti fino al - 50%. “Se dovessero superare questa soglia, invece, tra il 60 e il 70%, bisogna fare attenzione perché non sono attendibili" ribadisce Felloni.
Non va meglio nei centri commerciali, usati più come luogo di refrigerio che di acquisto. I saldi durano 60 giorni nella maggioranza delle regioni, in alcuni casi un po' di meno, in altre regioni andranno avanti fino a metà settembre e dunque i commercianti auspicano che nel periodo rimanente possano finalmente decollare le vendite.
"Il saldo che si svolge in maniera corretta è un grande vantaggio per il consumatore, consente di vedere nelle vetrine dei negozi di vicinato i prezzi nella massima trasparenza, e poi si possono acquistare prodotti di qualità, nuovi, a prezzi interessanti” conclude felloni che si augura un agosto migliore.
Nel mentre, servono politiche di sostegno: “Il mondo della moda va aiutato. Non può essere cancellato da nuove tipologie di commercio che stanno emergendo, e soprattutto da una concorrenza straniera che desertifica le nostre città. Dobbiamo fare in modo che i negozi rimangano come punto cruciale all'interno di una comunità non solo per il loro valore economico, ma anche turistico e sociale" la chiosa del presidente di Federazione Moda-Italia Confcommercio.
