FERMO - Sono preoccupati i ristoratori del Fermano. Per questi giorni incerti, ma soprattutto per quelli che verranno. Con l’obbligo di chiusura alle 18, parecchi si giocheranno tutto tra asporto e consegne a domicilio. Ma c’è anche chi ha gettato la spugna, in attesa di tempi migliori.
Una piccola delegazione portoelpidiense ha incontrato il prefetto di Fermo, Vincenza Filippi. Proprio nel Comune costiero, il primo novembre, scenderanno in piazza i ristoratori e gli altri operatori delle categorie danneggiate dall’ultimo dpcm per far sentire la loro voce. A palazzo Sassatelli si sono recati Piero De Santis del Gambero, Antonella Cimadamore di Ciak e Stefano Alessandrini della trattoria Trentasette. Con loro c'erano Paolo Tappatà e Milena Sebastiani di Confartigianato Macerata Ascoli Fermo.
Incontri simili si sono tenuti negli altri due capoluoghi, sempre organizzati da Confartigianato. L’associazione di categoria ha manifestato dubbi e i timori per i mesi che verranno, ribadendo «l'impegno e la forza delle azioni più utili per salvaguardare la salute di tutti, rispettando le norme e adeguando scrupolosamente le proprie attività alle disposizioni governative».
Nel corso dei tre incontri sono state anche suggerite valutazioni per arrivare a provvedimenti più mirati sui territori e a controlli omogenei. «Gli imprenditori – spiega Confartigianato – ci chiedono semplicemente di poter tornare a lavorare, anche con limitazioni di orario, ma che comprendano le prime ore serali, per avere maggiori margini economici e far fronte alla drammatica situazione in cui versano».
Richiesta che «non prescinde dal pieno rispetto delle regole e da una maggiore attenzione da parte di chi le dovrà far rispettare». Da parte loro, i tre prefetti si sono impegnati a trasmettere osservazioni e richieste degli operatori al Ministero dell'interno.