AMANDOLA - Il 2021 sarà «l’anno del decollo definitivo della
ricostruzione». L’ha assicurato il commissario straordinario Giovanni
Legnini ai quattro presidenti delle regioni colpite dal sisma del
2016, a Roma per fare il punto della situazione, e ai 138 sindaci del
cratere collegati in videoconferenza. Promessa ai cui Marche, Abruzzo,
Umbria e Lazio si aggrappano. Come, del resto, fanno da più di quattro
anni, con le quelle troppo poco mantenute dai suoi predecessori.
L’anno che si è da poco chiuso ha visto, finalmente, un’accelerazione
nella ricostruzione privata, con un +66% di domande di contributo per
la riparazione o ricostruzione di edifici danneggiati, rispetto al
2019 (12.063 contro 19.593). Nel corso dell'anno sono state approvate
2.742 richieste, cifra che porta il totale delle domande che hanno
ottenuto il contributo a 7.031 (+63%). I fondi per la ricostruzione
privata erogati sono stati 381 milioni, quasi la metà della spesa
complessiva dal 2017 (684 milioni). Al 28 dicembre di quest'anno, i
cantieri in fase di lavorazione erano 3.175, gli interventi conclusi
con il ripristino degli immobili 3.982. Nel corso del 2020, circa
1.600 famiglie sono rientrate nelle loro abitazioni, riparate o
ricostruite. Oltre 5.000 le domande per la riparazione dei danni lievi
presentate. 65 giorni il tempo medio necessario per ottenere i
contributi.
Nel dettaglio, regione per regione, nelle Marche alla fine del 2020 le
richieste di contributo per la ricostruzione privata presentate erano
10.768, di cui 4.789 accolte. Quelle in fase di istruttoria erano
5.979, quelle in cantiere 2.006. 2.783 gli interventi completati.
L’Abruzzoaveva il rapporto più basso tra domande presentate e accolte:
539 su 3.467 domande, meno di una su sei. Quelle in istruttoria erano
2.928, quelle in cantiere 302, le completate 237. In Umbria, alla fine
dell’anno scorso, erano state accolte circa un terzo delle domande
presentate (1.163 su 3.323). Le domande in fase di istruttoria erano
2.160. Le opere in cantiere 567, quelle completate 596. Nel Lazio,
sulle 2.035 domande presentate, quelle accolte erano 666. 1.369 le
domande in istruttoria, 300 le opere in cantiere, 366 quelle
completate.
«Sfruttando anche l’assunzione di 150 nuove unità di personale negli
Uffici speciali della ricostruzione – ha spiegato Legnini –, la
priorità è di accelerare l’esame della grande quantità di domande di
contributo arrivate nel corso del 2020 e consentire l’apertura del
massimo numero possibile di cantieri». «L’altra grande sfida che
abbiamo davanti per il prossimo anno – ha aggiunto – è quella di far
partire i cantieri della ricostruzione pubblica, anche sfruttando i
poteri in deroga concessi al commissario, che potranno essere delegati
agli stessi sindaci». Riguardo a quest’ultimo punto, a fine novembre,
la spesa effettiva per le opere pubbliche era di 239 milioni (+31%
rispetto alla fine del 2019). Gli interventi finanziati, per un totale
di 2,2 miliardi, sono stati verificati, in alcuni casi riprogrammati e
inseriti in un elenco unico di 1.200 opere pubbliche, a cui si
aggiungono circa 900 chiese. «Anche dal punto di vista della
pianificazione urbanistica dei centri più colpiti – ha concluso
Legnini –, dopo quasi quattro anni di sostanziale paralisi, si
registrano sviluppi incoraggianti, con molti Comuni che avevano scelto
la strada di ricostruire con i Piani attuativi e che ora si stanno
orientando sui Programmi straordinari di ricostruzione. Strumenti
altrettanto efficaci, potendo attivare deroghe specifiche in materia
urbanistica, ma molto più flessibili e di rapida attuazione».
Francesca Pasquali