di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Dieci anni da sindaco. Nazareno Franchellucci, come si riassumono?
“Ho scelto un locale di via Battisti non a caso per rispondere alle domande. Garage per esempio era un locale sfitto e in disuso. Oggi è una bellissima attività. Questa via rappresenta per me qualcosa di molto importante. Non solo per il lavoro eseguito, ma perché in questa via c’è il mio mandato, l’humus delle mie scelte”.
Scelte difficili?
“Ho scommesso sulla riqualificazione del centro e questa via è il simbolo della visione che deve avere un amministratore. In molti, inizialmente, quando decidemmo di partire da qui criticarono. Anche da dentro la mia maggioranza. Perché non si capiva la scelta di una strada già in parte riqualificata. Per fortuna poi in molti si sono fidati. E oggi mi porto il ricordo positivo del taglio del nastro nell’estate del 2016 di una strada oggi pedonale”.
Perché voleva tanto questa opera?
“Ha dato qualcosa alla città che non aveva, quello che le persone cercavano fuori. È una vetrina per chi ci cerca e per chi la vive”.
Si riconosce tante cose fatte?
“Due me le porto con me. La prima è la riqualificazione del centro, manca solo il mercato coperto che è in via di definizione. L’altra, data come prioritaria, era la difesa della costa che faceva sentire la Faleriense, in primis, un po’ la zona Calimero”.
Uno dei temi chiave è la sicurezza, anche della campagna elettorale. Cosa ne pensa anche da ‘vigile urbano’?
“La percezione negativa è diffusa, ma va abbinata anche a un sistema giudiziario complesso. Ma anche qui, due questioni che dominavano la cronaca quotidiana sono a margine: il primo è la prostituzione, con cui mi sono speso in maniera diretta, ricevendo anche critiche; il secondo è quello della gestione dei nomadi. E noi eravamo invasi. La nostra bellissima area camper era un luogo di conquista. E così altre aree, pineta inclusa”.
Ci dica altri due punti chiave del suo mandato.
“Si è parlato molto di scuole. Abbiamo investito più di due milioni di euro, in termini di manutenzione e ampliamento di un patrimonio immobiliare vecchio. E poi c’è il sociale, che da sempre è al centro delle nostre azioni. E questo ci viene riconosciuto. Un esempio sono gli interventi sui disturbi dell’apprendimento tra i giovani studenti, con importanti finanziamenti”.
Tanto fatto, cosa lascia?
“Diciamo che per i prossimi cinque anni c’è tanto di pianificato e di cui, almeno in parte, vivere di rendita, quantomeno a livello infrastrutturale. Inevitabile partire dai 19milioni legati al Pnrr. Poi l’asilo nido, villa Baruchello, il campetto da basket sul lungomare Faleria, le scogliere, i lavori si sospendono il primo giugno e sono finanziate fino alla pineta, la nuova scuola Corva, il servizio sollievo approvato oggi dal comitato dei sindaci. E significa che le famiglie in caso di emergenza o in caso di bisogno di assentarsi potranno far ospitare il figlio alla Cittadella del Sole. E poi l’ampliamento da 8 a 20 posti il ‘Dopo di noi’, oltre al nuovo impianto di videosorveglianza nella zona Ovest della città”.
Tutto questo, ma lascia anche 2,5 milioni di avanzo di bilancio. Come mai?
“Rispetto a dieci anni fa, lascio un comune in condizione finanziaria migliore. C’è un bilancio che oggi si chiude con serenità, ma ricordo gli anni in cui passavamo le notti a togliere cento euro da una parte e cento dall’altra insieme con la dirigente Petrelli”.
Ha alcuni rimpianti?
“Mi dicono a volte che sono stato fortunato, ma di certo la fortuna aiuta gli audaci, serve la forza di cavalcare le situazioni. Rimpianto sono i primi anni del post Monti, dove era difficile operare. E poi c’è stata la pandemia che ha bloccato due anni di amministrazione. I problemi fuori e dentro il Comune hanno impattato. Quando tutto sembrava superato, ecco la guerra e il caro energia che hanno portato a un incredibile aumento dei prezzi che per il Comune ha significato cambiare piano opere pubbliche, trovare risorse, gestire contenziosi con le ditte”.
Sindaco, deve dire grazie a qualcuno?
“Penso a tutti i colleghi di Giunta che ho avuto. Ai consiglieri comunali che mi hanno sostenuto: nei miei dieci anni non ho mai avuto la paura del numero, anche nel momento più complicato. E poi i dipendenti, uno dei migliori comparti che ho incontrato nella mia esperienza. Non sono dei semplici burocrati e non è una cosa comune in ogni ente”.
Chiude con sua moglie a fianco, non è un caso.
“Ho tolto tempo alla mia famiglia, quindi grazie a mia moglie che mi ha sempre sostenuto. Se penso ai giorni del post terremoto, senza la forza che mi ha dato Federica non so se ce l’avrei fatta”.
Eh già, la grande emergenza dell’accoglienza post sisma.
“Di certo il momento più emozionante dei miei dieci anni è quello vissuto nel grande salone dell’Holiday che da vuoto minuto dopo minuto si andava riempiendo di persone. Mi viene ancora da piangere. E abbiamo gestito qualcosa di enorme, in cui si poteva rovinare anche l’immagine della città e di chi si era messo a disposizione in un attimo, magari per un cibo sbagliato. E invece, il volontariato e la solidarietà della città ci hanno aiutato”.
Lei ha fatto esperienze diverse nella sua vita, cosa le ha insegnato di più?
“Gli anni in Regione mi hanno insegnato a muovermi tra i dipendenti pubblici. Il sindaco mi ha fatto capire cosa significa avere a che fare con la stampa. Nessuno di noi se non ricopre una carica pubblica lo può capire. A volte non ci siamo capiti, di certo era compito mio descrivere meglio. Poi la stampa fa il suo lavoro”.
Il suo futuro?
“Se ci saranno opportunità, mi farebbe piacere portare avanti l’esperienza maturata. E lo farò con il mio partito, a prescindere da tutto, perché per determinati ruoli il supporto e la stima del partito è importante. Anche oggi, a prescindere da quello che dicono, tutti i candidati sono politici. Di certo per arrivare in Regione o a Roma bisogna organizzarsi”.
E Ali?
“Sono stato confermato sull’esecutivo nazionale. Ma entro fine anno lascerò il ruolo di presidente regionale”.
Tropo accondiscendente con i privati è una delle accuse che le rivolgono. Concorda?
“Una dele persone con cui ho litigato di più è Aldo Moreschini (ex proprietario Gigli, ndr). Come è normale che sia quando dialogano persone che rappresentano due mondi diversi. Quegli scontri hanno portato a quello che tutti vedono oggi. È stata una trattativa serrata, questo sì. E anche sulla Fim chi arriverà dovrà continuare a dialogare con la proprietà, parole dette in campagna elettorale a parte”.
Sindaco, ma qualche errore lo ha commesso?
“Uno grande, dettato dallo spirito diciamo ‘poliziesco’ o di decoro, quando a inizio mandato emanai l’ordinanza di ferragosto contro i fuochi in spiaggia. Un errore politico, non aiutò la mia immagine. Mi descrivevano come rigido e non lo sono”.
Politicamente che città lascia?
“Un posto più bello che conta sui tavoli, provinciali, regionali e intercomunali. No a caso queste elezioni son seguite, perché oggi siamo una città in crescita che ha saputo sempre essere indipendente dagli organi superiori. E spero che resti così con qualunque nuova maggioranza”.