di Raffaele Vitali
FERMO - Venticinque mamme in media per corso, un impegno per tutti, dallo staff del reparto del dipartimento Materno-Infantile del Murri alle stesse famiglie. “Noi, nonostante il Covid, non abbiamo mai lasciato sole le mamme. Fondamentale il supporto pre e post parto, con il percorso che poi prosegue per aiutarle nell’allattamento al seno” spiega la dottoressa Luisa Pieragostini.
Un percorso di attenzione all’allattamento, che permetterà al Murri di diventare “Ospedale Amico del Bambino /Unicef”. Attività giornaliera, ma anche studio e aggiornamento per lo staff della Pieragostini. Impegnata fino a domenica a Roma al congresso nazionale della Società italiana di neonatologia, insieme con l’infermiera Gessica Angelini che è la referente per la società nelle Marche.
Quello che emerge ogni giorno di più è la necessità di lavorare in equipe, il che significa ostetriche, ginecologi e team del nido pediatrico. “Non ci ha spaventato il rapporto digitale, siamo riusciti in questo modo a non far sentire la mancanza alle mamme. Sempre sapendo che in caso di problemi, dopo la valutazione clinica del piccolo e dello stato di allattamento al seno, c’è a diposizione una stanza dedicata nel reparto di Pediatria e Neonatologia” prosegue la Pieragostini.
Che richiamando il presidente nazionale Mosca ricorda che “le mamme possono e devono allattare sin da subito, senza paure infondate sulla vaccinazione anti-Covid, ma, anzi con uno sprone in più: la protezione per i loro piccoli che non possono ancora vaccinarsi”.
Studi dimostrano ormai in maniera chiara che il latte materno costituisce un farmaco salvavita per i neonati prematuri e il nutrimento ideale per crescere e svilupparsi in salute. Il latte materno è non solo specie -specifico ma individuo-specifico, perché ogni mamma produce il latte adatto al proprio neonato.
“Tra gli indiscutibili benefici, è riconosciuto il suo effetto protettivo contro le infezioni, dovuto al passaggio di immunoglobuline ed a fattori bioattivi”. Il Murri in questo campo è una piccola eccellenza avendo al suo interno anche l’unità di Patologia Neonatale guidata dalla dottoressa Emanuela Lanfranchi.
“Un piccolo reparto speciale dove vengono assistiti tutti i neonati che per qualsiasi ragione non hanno dopo la nascita un decorso completamente fisiologico, ad esempio a causa della prematurità o per sofferenza al momento della nascita o per altre patologie congenite od acquisite emergenti. Il reparto è dotato delle più moderne attrezzature, e ogni anno si svolgono corsi di formazione orientati alla qualificazione del suo personale”.
La necessità di dare le cure migliori, ma soprattutto assistenza, sta facendo crescere l’umanizzazione delle cure. “Un esempio, in caso di allattamento lavoriamo per far sì che il bimbo si attacchi e se non possibile somministriamo il latte spremuto dalla mamma. L’attenzione all’umanizzazione è testimoniata per esempio dal fatto di essere un reparto “aperto” ai genitori H24, (anche in tempo di Covid utilizzando tutti i dispositivi di protezione e i protocolli di sicurezza), al fine di favorire il contatto madre-neonato, promuovere la Kangaroo mother care, coinvolgendo appunto i familiari nel percorso di cura” riprende la dottoressa.