AMANDOLA – Servono braccia e voglia per riuscire a ricostruire gli edifici, pubblici e privati, nelle zone del cratere del sisma 2016. E così, il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ha pensato al protocollo, firmato con il ministro Nordio, il cardinal Zuppi e il presidente dell’Anci e dell’Ance, per l’utilizzo nei cantieri dei detenuti.
Un’azione che coinvolge 120° edifici nelle quattro regioni, con maggioranza nelle Marche. “Questo accordo – spiega Nordio - persegue il fine rieducativo della pena e il reinserimento sociale dei detenuti», «obiettivo primario del governo. L’articolo 27 della nostra Carta è un impegno morale a cui lavoriamo ogni giorno attraverso una strategia di interventi quanto più ampia per favorire e incrementare le opportunità di lavoro in favore della popolazione detenuta”.
Pensiero condivido con il presidente della Cei. «Questo Protocollo ha una doppia valenza: da una parte dà la possibilità ai detenuti di lavorare, restituendo loro dignità e aprendo orizzonti di futuro. Ed è significativo che questa rinascita parta proprio dai cantieri della ricostruzione, in territori feriti ma desiderosi di ricominciare. Dall'altra parte, ricorda che il carcere è per la rieducazione e la riparazione, mai solo punitivo. In questo senso, le pene alternative aiutano a garantire umanità e a favorire il reinserimento nella società: questo Protocollo, investendo sul lavoro dei detenuti, è un passo concreto verso l'obiettivo ambizioso della recidiva zero”.
Tra i 35 istituti penitenziari coinvolti ci sono quelli delle province di Fermo, Ancona e Ascoli Piceno. I cantieri coinvolti, diversi in località ‘simbolo’ come Amatrice, Arquata e Castelluccio di Norcia, saranno pronti a partire dal 2025.
“Dopo le prime false partenze - rivendica intanto il Commissario Castelli -, finalmente siamo riusciti ad imprimere un cambio di passo. Il 95% delle circa 3.500 opere pubbliche finanziate è stato avviato. Complessivamente i cantieri privati fino ad oggi autorizzati sono stati oltre 20 mila e, di questi, sono più della metà quelli già conclusi. I progetti di riparazione approvati degli oltre 1.200 edifici di culto lesionati dal sisma hanno superato la soglia del 50% del totale”.
Su quanti detenuti parteciperanno ancora non c’è chiarezza, dipenderà dalle autorizzazioni rilasciate dai magistrati di sorveglianza.