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I dati. Le scarpe non corrono più: Germania in crisi, ilusione America, meteo caldo, il prezzo salva il lusso. Ceolini: "Bene la Russia"

3 Gennaio 2024

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – La verità sul comparto calzaturiero è arrivata oggi. Quella che il presidente di Confindustria Fermo Calzature, Valentino Fenni, aveva anticipato durante l’assemblea di dicembre, viene certificato dalla presidente nazionale Giovanna Ceolini: le scarpe sono in difficoltà.

“Dopo i recuperi del biennio precedente, tornano in negativo le paia vendute all'estero (-8,7% su gennaio-settembre 2022) come pure sul mercato italiano (-3,1%), con l'indice Istat della produzione industriale in flessione del -7,4%. Pesa la battuta d'arresto del terzo trimestre, che si è chiuso con un -7,2% nelle vendite estere in valore e soprattutto -12,3% in quantità e con un -1,5% nella spesa delle famiglie italiane”.

I dati di Confindustria Moda parlano di un generico +3%, ma guardando i numeri si comprende che chi corre son solo i mercati di riferimento delle griffe, da qui l’aumento del valore, mentre frenano quelli consolidati del distretto marchigiano in primis.

“Dopo una partenza molto positiva, il 2023 – riprende Ceolini - si è chiuso in frenata anche a causa dei forti aumenti nei costi che hanno inciso sulla marginalità delle imprese. Esaurito il rimbalzo post Covid, i ritmi di vendita hanno subìto un netto rallentamento che, innescatosi già in primavera, si è reso ancor più evidente nella terza frazione dell'anno. Un trend ampiamente previsto, non certo facilitato dall'incertezza indotta dal difficile contesto geopolitico internazionale in cui, alla guerra tra Russia e Ucraina, si è aggiunto il precipitare degli eventi in Medio Oriente, con rischio concreto di allargamento del conflitto oltre alla debolezza dell'economia in diverse importanti aree del mondo”.

A livello d’Europa, l’export dice -6,1% in quantità e +8,5% in valore, mentre le destinazioni extra-UE mostrano un arretramento ancor più pesante in quantità (-13,4%), accompagnato da un segno negativo anche in valore (-1,2%). La Francia tiene (+1% circa in volume e +17,1% in valore), crolla la Svizzera (-32,4% nelle paia e -22,5% in valore) “visto che le multinazionali del fashion hanno puntato su spedizioni dirette ai mercati finali.

Preoccupa e tanto la Germania, -16,%, tanti i negozi che hanno abbassato le saracinesche, e non partono gli Usa, nonostante il boom economico (-20%) e i piani di sviluppo della Regione Marche nel mercato americano.

Performance premianti in Cina (+17,2% in volume e +12,2% in valore), malgrado un ridimensionamento in valore nella terza frazione (ma il prezzo medio al paio, superiore ai 200 euro, resta di gran lunga il più elevato). C’è invece la ripartenza, come sottolineato da Graziano Mazza di Premiata durante l’assemblea dei calzaturieri, di Russia e Ucraina (+40% e +88% in valore rispettivamente su gennaio-settembre 2022), sebbene le vendite in questi due mercati restino ancora al di sotto del periodo prebellico.

Se i turisti hanno mosso un po’ gli acquisti in Italia, chi continua a non comprare sono le famiglie, i numeri dicono -5% sul 2019, periodo largamente insoddisfacente dopo anni di continue erosioni. “L’autunno anomalo, dalle temperature quasi primaverili, ha affossato gli acquisti di abbigliamento e scarpe invernali” ricorda la Ceolini che mette in conto anche la chiusura di 148 imprese a fronte di una occupazione che tiene.

Come uscire da questo stallo? Difficile dirlo, il 2024 non partirà forte, ma già  febbraio dopo lee prime fiere e il Micam si leggerà meglio il mercato “Quello che chiediamo al Governo – conclude la Ceolini – è di approvare quanto prima il decreto attuativo per la creazione degli albi dei certificatori accreditati per definire in maniera chiara cosa sia davvero inseribile a livello di ricerca e sviluppo. L’unica soluzione per garantire chi ha operato nel rispetto delle regole”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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