FERMO – “Impossibile andare avanti così per molto”. Lo aveva detto un paio di settimane fa Stefano Violoni, presidente Ance Marche (Associazione costruttori edili). E così è: sono 150 i cantieri che si sono fermati da ieri in regione a causa dei costi troppo elevati delle materie prime e alle difficoltà nel reperire i materiali.
Compatti i presidenti delle cinque Ance provinciali e di quella regionale rispettivamente Fabio Fiori (Ancona), Massimo Ubaldi (Ascoli Piceno), Massimiliano Celi (Fermo), Carlo Resparambia (Macerata), Rodolfo Brandi (Pesaro Urbino) e Stefano Violoni (Marche). E già si era mosso anche il mondo della Cna.
"Se fino a pochi giorni fa i rincari delle commodities e l'irreperibilità dei materiali rappresentavano una marcata criticità, con lo scoppio della guerra ci ritroviamo sopraffatti dagli eventi e in condizioni di grave emergenza. Con l'escalation del conflitto abbiamo assistito al macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà le imprese, i trasporti e la gestione delle consegne. A peggiorare le cose dalla metà della scorsa settimana tutte le acciaierie nazionali ed europee hanno bloccato le vendite. Una situazione fuori controllo, con prezzi alle stelle e materiali introvabili" spiegano compatti.
Gli imprenditori tornano dunque a denunciare il rialzo esponenziale e smisurato dei prezzi dell'energia e delle materie prime. "In assenza di immediate contromisure come l'adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e meccanismi efficaci di compensazione degli aumenti subiti, oltre a un'adeguata proroga di fine lavori, nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate. A oggi mancano le condizioni per lavorare seriamente e serenamente”.