FERMO – Le cose che funzionano non si abbandonano. Non è sempre così, ma la politica lungimirante ogni tanto rispetta la regola. Ed è il caso di Marchestorie, il festival che ha coinvolto 50 Comuni il primo anno, 101 il secondo e ora mira a superare quota 130, anche grazie a progetti di filiera.
Si è appena concluso il bando di adesione e le richieste pervenute alla Regione Marche sono state tante, convinte dal progetto del direttore artistico Paolo Notari. “I primi tre anni sono serviti per fare prendere coscienza ai residenti dei borghi che quella storia che raccontano può essere trasformata in attrazione turistica e quindi in economia”.
Come per altre iniziative, la Regione ha scelto il Salone del Libro, anche per intercettare un pubblico differente, il nuovo programma che valorizza i borghi attraverso il recupero di leggende, miti, aneddoti del territorio, raccontati con spettacoli da vivo e attività collaterali. “È un'opportunità per far conoscere il nostro territorio e le sue bellezze, offrendo a tanti turisti l'occasione di scoprire i nostri bellissimi borghi che rappresentano un inestimabile patrimonio culturale, da vivere anche all'insegna della cultura popolare” ha sottolineato l'assessora regionale Chiara Biondi.
“Oltre che promozionale del punto di vista turistico, il festival ha l'intento di far conoscere agli stessi marchigiani le loro radici, per poterle poi tramandare alle nuove generazioni - ha sottolineato Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione cultura della Camera e ideatrice del festival quando era assessora-. Quando un territorio è consapevole delle proprie storie e della propria identità, ama il proprio contesto e diventa il primo promotore di queste bellezze per coinvolgere e far appassionare anche i turisti”.
La manifestazione si svolgerà nelle prime tre settimane di settembre, favorendo il turismo destagionalizzato sempre ricercato dagli operatori di settore. Per aumentarne la notorietà e il coinvolgimento turistico, la proposta è quella di “creare un programma di fidelizzazione, con pacchetti turistici locali” andando oltre le location più note, ovvero Urbino e Portonovo.