FERMO – Gestione multidisciplinare delle patologie epatobiliopancreatiche. Un nome difficile dietro cui si celano importanti specializzazioni che salvano la vita o quantomeno la migliorano.
Giampiero Macarri, primario gastroenterologia, e Silvio Guerriero, primario di Chirurgia son le due anime del congresso che porterà 120 esperti da tutta Italia che alloggeranno a Fermo. “Un momento di crescita per la città, che permette a persone di conoscere Fermo. In questo caso lo si fa con una grande qualità, una riflessione sul sistema sanitario. Vedere un convegno così ricco, dimostra grandi capacità di organizzazione e conferma la capacità del Murri con i suoi specialisti di essere riferimento”.
Fermo da anni crede e investe nel settore congressi, mettendo a disposizione i suoi gioielli, in questo caso il Teatro dell’Aquila. “L’area chirurgica è in continua crescita. Colon, stomaco e fegato, oltre alle vie biliari, sono diventati un perno dell’azione dell’ospedale. Il tutto ben collegato con la gastroenterologia a riprova che la multidisciplinarità è il presente e non solo il futuro” prosegue il direttore Grinta.
La riduzione di mortalità per intervento al colon per i parametri nazionali deve essere al 4%, qui siamo allo 0% a trenta giorni. Poi ci sono indicatori di esito, di efficacia, molto potenti che pongono Fermo ai primi livelli nazionali. “Ma è l’area chirurgica che è cresciuta in generale, grazie ai professionisti, cambiando modo di agire, accrescendo la complessità dei casi trattati. Oltre a stomaco, intestino e colon, ci sono urologia, ortopedia e otorino. Potremmo inserire anche l’oculistica, anche se a Fermo è più ambulatoriale” aggiunge il direttore dell’Area Vasta 4 che garantisce che entro fine anno sarà pronta la nuova cardio tac.
Il convegno è nato da un confronto tra i due esperti: “La multidisciplinarità è qualificante e stimolante. Periodicamente ci confrontiamo tra più professionisti, in modo da far mergere un documento unico allegato alla cartella del paziente per cui è necessaria questa analisi. Per questo abbiamo pensato al congresso, portando a Fermo professionisti di caratura anche internazionale per arricchirci tutti” aggiunge Guerriero.
Tra i relatori c’è chi arriva da Ancona, che è il riferimento regionale, e chi dal San Raffaele o dall’Istituto Tumori. “Un grande sforzo per metterli allo stesso tavolo. E la scelta del teatro è anche un modo per far conoscere ancora di più la città”.
Macarri è dal 2008 un punto fermo del Murri. “La scelta di stare in centro mi ha sempre accompagnato. E sono felice che chi partecipa resti conquistato dalla bellezza della città, che deve essere conosciuta. L’arrivo di Guerriero ha aumentato il desiderio di collaborazione. Chirurgo e gastroenterologo si muovono insieme per natura, con lui lo spirito multidisciplinare è diventato un appuntamento fisso ogni giovedì” prosegue Macarri.
I due primari hanno voluto il coinvolgimento anche dei medici di medicina generale, perché la conoscenza interessa sempre tutti. “Porto la mia expertise, nella gastroenterologia abbiamo la parte endoscopica e di degenza e siamo stati dotati, grazie all’Asur, di un ambulatorio dedicato al pancreas. Quindi una attività specifica che ci permette di interagire e di gestire le patologie pancreatiche in maniera preferenziale, accorciando così anche i tempi di vista”.
Macarri ha nel tempo maturato una conoscenza specifica del pancreas, anche se spesso lo si immagina in azione su altri organi: “Possiamo abbinare la parte diagnostica a quella operativa. il tutto sapendo di avere poi la possibilità di intervenire con Guerriero, affinando ogni procedura”.
Per fortuna la patologia pancreatica non è frequente. “Ma ce ne sono di croniche, spesso legate all’abuso etilico, e poi le patologie neoplastiche in rapida crescita. E parliamo di malattie di non facile prevenzione. Chiaro che se uno soffre di pancreatite cronica deve aumentare i controlli, poi ci sono aiuti banali ma efficaci: meno alcool e non fumare” spiega Macarri.
Che un aiuto lo ha nella tecnologia, con l’esame fondamentale dell’endoscopia. “Sempre meno sono i casi operabili, ma c’è la possibilità di agire con terapie oncologiche prima dell’auspicato intervento. Da qui la necessità della gestione multidisciplinare” aggiunge.
Grinta in chiusura sottolinea i punti chiave per un sistema efficiente: il primo è la tecnologia. “L’ospedale si è dotato e si sta dotando di nuovi strumenti, anche grazie a Fondazioni”. Il secondo è la multidisciplinarità: “Il singolo non basta più, serve la rete dei professionisti per risolvere i problemi che toccano spesso più organi”; il terzo è il know how, “che al Murri è di livello e su cui continueremo a investire”.
Più professionalità, più casi: “Il senso delle reti cliniche è questo, creare delle specializzazioni che permettono di elevare l’attività. pe cui abbiamo dovuto fare delle scelte e nel contempo potenziare anche quello che gira attorno al perno” chiosano Macarri e Grinta ricordando quanto la chirurgia sia cresciuta negli ultimi due anni, così permettendo al sistema di migliorare. “Ma se i servizi non aiutano la chirurgia, tutto si ingolfa”.
Tecnologia significa laparoscopia, significa protocollo Eras, che permette una rapida riabilitazione del paziente, che torna a mangiare già dopo poche ore. “Grazie alla prima riusciamo a muoverci all’interno di una realtà 3D che ci consente di fare interventi anche complessi, perché ci si immerge. Si alluga il tempo di intervento, ma il risvolto è di una ripresa rapidissima non avendo incisioni addominali, ma solo micro accessi. Abbiamo mandato a casa persone in 48 ore dopo grandi interventi sul colon e il retto. Perché si sentivano bene. E qui entra in gioco il protocollo Eras che prevede i primi passi la sera dell’intervento passeggia con un pasto, più che altro bevande, leggerissimo, mentre la mattina colazione e l’inizio del vero percorso di recupero con il paziente invitato a camminare con preparazione ad hoc”.
Aver raggiunto questo livello permette una ripresa rapida e dimissione con confort per il paziente e vantaggi economici per l’azienda che garantisce turnover e risposte rapide. “Chiaramente – conclude Guerriero - questo non si fa da soli, fondamentale è l’anestesista, che sa valutare il paziente, speso anziano e con più patologie, e permette di intervenire nel modo migliore dopo lo screening pre intervento”. Di tutto questo e molto di più si parlerà il 15 e 16 dicembre nel super congresso che porterà Fermo al centro della medicina nazionale.