di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO / MOSCA – Non c’è aria di guerra tra le strade della capitale russa, ma a Mosca si respira la paura. “Mia figlia è lì e sono preoccupata, vorrei solo riportarla a casa”. A parlare è Annarita Pilotti, titolare del calzaturificio Loriblu, ma anche madre. Sara Cuccù, la figlia maggiore, si trova a Mosca, alla fiera Cpm (Collection premiere Moscow), una delle principali per il settore moda. Per l’azienda elpidiense è la prima volta.
Pilotti, cosa succede a Mosca?
“C’è una grande tensione, nessuno vuole questa guerra ma risolvere la situazione. Anche perché tanti russi hanno i nonni in Ucraina o dei parenti”.
Sara come si trova?
“MI ha chiamato, ovviamente c’è paura. Ci sentiamo ogni ora. Ho provato ad anticiparle il volo, il suo è previsto per domattina visto che oggi termina la fiera, ma non c’è stato niente da fare”.
Come mai?
“L’unico che aveva qualche posto libero era alle 14, ma non avrebbe avuto in tempo l’esito del tampone obbligatorio per lasciare il Paese. E gli altri erano pieni. Non c’è nessun aereo diretto in Italia fino a domani mattina, speriamo bene. Ho chiamato tutte le agenzie possibili”.
Ma i russi percepiscono il conflitto?
“Fanno finta di niente. Nessuno nomina Putin o parla della guerra. Diciamo che è tutto sotto controllo per loro. Mosca non è mai stata illuminata e agghindata a festa come quest’anno. Hanno mandato un segnale all’Occidente anche con questo, dimostrano di essersi ripresi, di stare bene”.
Sara ha avuto rapporti con gli ucraini in questi giorni?
“In realtà qui in Italia c’è stata fino a due giorni fa una delegazione di clienti ucraini. Abbiamo parlato con loro oggi, erano in lacrime. Un pianto disperato. Ci hanno raccontato che hanno le valigie pronte, non possono fare altro. L’idea è di andare tutti nelle cantine dei palazzi e lì rimanere, tanto non ci sono voli da Kiev per poter lasciare il paese. La loro domanda è ‘potendo, dove andremmo?’. Meglio aspettare”.
Pilotti, teme un impatto economico?
“In questo momento penso a mia figlia, ma è chiaro che sarà devastante. Prendiamo l’Ucraina, i negozi ora sono chiusi, la gente è terrorizzata, chi può pensare di comprare un paio di scarpe. E pure in Russia, la fiera stava andando bene con diversi ordini. Ma se bloccano i conti, chi compra e paga? Sarà un disastro”.
Fiera promossa, quindi?
“Il posto non era bellissimo perché agli accessoristi hanno dato una piccola parte, ma funzionale. Utile per i clienti, per i buyer. È la prima fiera a cui prendiamo parte e la prima di settore, ottime avvisaglie. Ma ora, chi può prevedere il futuro?”.
Poche ore e Sara torna.
“Domattina lascerà l’albergo, che si trova a pochi metri dalla Duma, alle quattro del mattino. Meglio arrivare in anticipo in queste condizioni. Ma fino a quando non sarà atterrata a Roma non potrò respirare”.