ANCONA – Campus wolrd, sempre più. L’Università Politecnica delle Marche ha presentato i bandi per le borse di studio messe a disposizione da 39 Università italiane che partecipano alla sesta edizione del progetto Unicore - University Corridors for Refugees per dare la possibilità a 67 rifugiati di proseguire il loro percorso accademico in Italia frequentando un programma di laurea magistrale della durata di due anni.
Gli studenti, attualmente rifugiati in Kenya, Mozambico, Niger, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe, saranno selezionati sulla base del merito e della motivazione, e arriveranno in Italia a settembre 2024. Il programma University Corridors for Refugees è coordinato da Unhcr che ha presentato una stima: in media le persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni rimangono in esilio per circa 20 anni. il 76% dei rifugiati nel mondo vive in paesi a basso e medio reddito dove troppo spesso le opportunità per ricostruire il proprio futuro in dignità sono assenti. Per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, infatti, i dati globali rimangono drammatici: solo il 6% dei rifugiati ha accesso all'istruzione terziaria contro il 40% della popolazione non rifugiata.
Il progetto Unicore mira a contribuire al raggiungimento di un tasso d'iscrizione all'educazione terziaria dei rifugiati del 15% entro il 2030. Il progetto fornirà, attraverso un'ampia rete di partner locali, il supporto necessario per affrontare con successo il programma di laurea magistrale della durata di due anni e favorire l'integrazione degli studenti nella vita universitaria. Il bando chiuderà il 15 aprile 2024 e tutte le informazioni possono essere consultate sul sito universitycorridors.unhcr.it tra le università partecipanti c’è la Politecnica delle Marche oltre che l’università Carlo Bo di Urbino.
La Politecnica ha pubblicato il bando nella sezione "servizi e opportunità", per selezionare due candidati per due borse di studio del valore di 7.000,00 € ciascuna. “Daremo la possibilità a studentesse e studenti che vivono in zone pericolose di poter frequentare l’Università e ricostruire il proprio futuro. Molto spesso, negli Open Day o in altre occasioni di incontro con il mondo giovanile – commenta il rettore Gian Luca Gregori – mi capita di parlare dell’importanza di inseguire e concretizzare i propri sogni perché ciò contribuisce, in maniera determinante, alla realizzazione e al benessere personale e sociale.
Non bisogna dimenticare, però, che in molte zone del pianeta questa ricerca è impedita a tante persone. L’Università, nel suo costante rapporto con il territorio, è un luogo che deve rendere utile ed efficace la cultura e deve farlo per un numero sempre maggiore di soggetti. Ciò significa avere uno sguardo globale sull’umanità che consenta, sì, di diffondere conoscenze e competenze ma anche di promuovere possibilità per ridurre le disuguaglianze”.
r.vit.