FERMO – Avanti tutta con il green pass, obbligatorio per i lavoratori dal 15 ottobre. E sono quasi quindici milioni i dipendenti del settore privato interessati, più 5 milioni tra gli autonomi. Confindustria Centro Adriatico, per voce del presidente Valentino Fenni, non ha dubbi: “Siamo favorevoli e le aziende si sono organizzate. C’è una regola e va applicata. Non per penalizzare qualcuno, ma per favorire il lavoro, i lavoratori e quindi l’economia”.
Per questo, non hanno intenzione gli imprenditori di pagare i tamponi per i lavoratori. Lo ha detto il numero uno degli industriali Carlo Bonomi, lo ribadisce Fenni: “Lo Stato mette a disposizione il vaccino gratuitamente, questa è l’arma per tutti. Qui dobbiamo ragionare sul bene collettivo, la minoranza del Paese non può essere quella che detta il futuro degli altri. È inaccettabile assistere a manifestazioni cariche di violenza. La discussione è un conto, i danni sono un altro”.
Il vaccino funziona, tanto che tutta l’Italia è ormai in zona bianca. “Ci rendiamo conto che nel mondo dove la campagna vaccinale è indietro il Covid è riesploso (Russia, ndr)? Da noi, le misure di sicurezza sono entrate a far parte del vivere quotidiano. Non ci diamo più la mano, non ci abbracciamo, non parliamo più all’orecchio di una persona: perdite dal punto di vista umano, ma viviamo. È questa la serenità, potersi guardare negli occhi, lontano dalle sale di rianimazione, poter lavorare e garantire un futuro a se stessi e alle proprie famiglie. Muovendoci insieme, imprese e lavoratori, Stato ed enti locali, ci lasceremo questa pandemia alle spalle” conclude Fenni.
Quello che l’economia chiede è certezza. Anche per questo “non ha senso cambiare le norme. Penso all’allungamento dei tempi di validità dei tamponi. Ma se da mesi si ragiona sulle 48 ore, su dati scientifici, non è che ci si alza al mattino e si cambia idea. Servono certezze. Quello che ci teniamo a far capire è che l’imprenditore è al fianco del lavoratore. A nessuno piace l’idea di dover lasciare a casa un collaboratore senza stipendio, quindi speriamo che i pochi che possono e non vogliono vaccinarsi ci ripensino. Noi siamo impotenti di fronte alla volontà del lavoratore, che per noi è un perno fondamentale difficile anche da sostituire”.
Il green pass, del resto, è solo un altro tassello di un impianto di sicurezza che da oltre un anno è attivo dentro le aziende. “I protocolli sono chiari e sono costanti: distanziamento, disinfezione periodica, mascherine, igienizzanti. A questo aggiungeremo il personale che controllerà i certificati verdi prima dell’ingresso in azienda”. Chi non rispetta le regole, subirà pesanti sanzioni. Il datore che non controlla rischia da 400 a 1000 euro, il lavoratore che accede al lavoro senza green pass rischia fino a 1500 euro di multa. “Su questo i nostri uffici hanno mandato le linee guida a ogni associato e sono a disposizione per ogni chiarimento” conclude.
@raffaelevitali