FERMO – Dalla fiera Cpm di Mosca gli imprenditori del distretto fermano maceratese erano tornati soddisfatti, con ordini. Poi, lo scoppio della guerra. “La situazione è estremamente delicata e al disastro umanitario sta seguendo anche un disastro di tipo commerciale” sottolinea Lorenzo Totò, presidente Confartigianato Fermo.
“La fiera di Mosca, tra una cosa e l’altra, è costata 10mila euro a impresa. Ci sono poi le produzioni avviate con i pre ordini che ora potrebbero restare inevasi, perché se ci sarà il blocco economico non potranno pagare. E quindi le imprese si troveranno con altri costi da gestire” prosegue Totò.
Il Micam in arrivo non si apre così con le migliori aspettative. Niente buyer e sanzioni a Milano e poi l’Obuv ad aprile che oggi sembra inimmaginabile”.
Solo che le Marche hanno bisogno della Russia, nonostante il calo del 60% dell’export dal conflitto in Crimea del 2014. “Oggi per il Fermano vale ancora 48 milioni di euro di export manifatturiero”. Per fronteggiare una situazione che potrà solo peggiorare, le filiere produttive sono a rischio: “Siamo d’accordo con le sanzioni, perché sono un forte segnale che possiamo dare per invocare la fine delle ostilità. Ma Regioni e Stato devono subito intervenire, sostenendo quei settori e territori che risentiranno di più delle sanzioni stesse.
Il comparto moda e il distretto Fermano-Maceratese saranno tra i più colpiti”. In che modo Totò lo spiega: “Sarebbe utile pensare ad un supporto diplomatico e commerciale per chi ha ancora rapporti con la Russia. Poi la Zes, come ricorda sempre la consigliera Jesica Marcozzi. Bisognerebbe anche intensificare il sostegno all’internazionalizzazione per partecipare alle fiere. Dovremo infatti riorientare e riprogrammare le nostre strategie commerciali, spostandoci su nuovi mercati".
ma conquistare nuovi mercati è complicato: "Impresa ardua, perché comporta la creazione di nuovi campionari, lo studio di nuovi prodotti. Ogni paese ha i propri riferimenti. Proporrei inoltre una task force che coinvolga i Governatori delle cinque regioni che stanno subendo maggiormente gli impatti economici di questo conflitto”.