di Francesca Pasquali
FALERONE - Diffondere la cultura del vino di qualità e rivitalizzare il borgo svuotato dal terremoto. Parte a Falerone il primo corso per sommelier. A organizzarlo è la Fis (Fondazione italiana sommelier).
Si comincia il 19 ottobre. Il 5, dalle 19.30, ci sarà l’open day. Il corso si terrà nella sala del Consiglio comunale, in piazza della Concordia, messa a disposizione dall’amministrazione che ha in Pisana Liberati il riferimento culturale.
Diciassette lezioni di due ore ciascuna (dalle 20 alle 22), una a settimana (di lunedì), fino a marzo. Tavoli distanziati e due corsisti per banco, per le norme anti-Covid. «Incontri dinamici, divisi in quattro fasi: riconoscimenti olfattivi, lezione vera e propria, pillole del sommelier e degustazioni» spiega Matteo Menconi, fiduciario Fis del Fermano.
Se poi ci si appassionerà, si potrà proseguire con la seconda e la terza parte, alla fine della quale saranno rilasciati l’attestato nazionale di sommelier della Fis e il Worldwide Sommelier Association, valido in una trentina di Paesi. 1.600 euro il costo di tutto il corso. 550 quello della prima parte, che diventano 450 se ci si iscrive entro il 5 ottobre. Nel prezzo sono compresi materiale didattico e valigetta con bicchieri e cavatappi. «Abbiamo già una ventina di preiscrizioni e circa quaranta persone che hanno dato la disponibilità a frequentare», spiega il direttore del corso, Tommaso Annibali.
Il corsista ideale deve essere «curioso, amante del gusto e della qualità», dice Marco Medori, presidente della Fondazione italiana sommelier Marche. «Il neofita è più vergine, come un bambino che assorbe meglio». «Il corso fa capire se sei più o meno idoneo a questo mondo, che può cambiarti la vita», prosegue. Un universo in espansione, quello della degustazione di vini, che sempre più spesso, da passione, si trasforma in lavoro. «Chi diventa sommelier – spiega Menconi – entra nel nostro gruppo di servizio. Vista l’aumento esponenziale di wine bar e locali simili, trovare lavoro in questo settore è sempre più possibile».
Dalle parole ai fatti, un ex corsista, oggi, è sommelier nello stellato “Andreina” di Loreto. Un altro al Tiglio di Montemonaco. La scelta di portare il corso nel centro storico non è casuale. «Avremmo potuto organizzarlo a Piane, ma l’abbiamo concepito come un modo per rivitalizzare il paese. Per dimostrare che chi vive nell’entroterra non deve per forza spostarsi verso la costa per avere un’opportunità», spiega l’assessore Pisana Liberati, che ha convinto tutta la giunta a partecipare al corso.
«Per noi – chiosa Menconi – è motivo di orgoglio avvicinarci a queste zone. Falerone è una location molto importante dal punto di vista territoriale, perché si affaccia alla marina ed è ai piedi dei Sibillini. E, poi, già dal nome, ha un legame molto stretto con mondo del vino».