di Raffaele Vitali
Qui si creano matching tra esigenze aziendali e formazione scolastica. Poche parole per identificare l’ITS Smart di Porto Sant’Elpidio e Fermo che ha dato il via oggi ai corsi in marketing, meccatronica, ICT e logistica. Oltre a quello di maestro artigiano che è partito in autonomia e ha un suo percorso anche mediatico
“Questo ITS ha creato filiere con imprese che assumeranno i corsisti. La base è Porto Sant’Elpidio e la sua Villa Baruchello. Che il livello si alto lo dimostrano i ragazzi di robotica che hanno iniziato il secondo anno e hanno vinto il terzo premio nella categoria Fabbrica intelligente della Maker Faire a Roma, con una idea di utilità sociale dal titolo ‘green way’ per coordinare il flusso dei mezzi di soccorso nelle città” introduce Elisabetta Baldini, direttrice dell’ITS Smart made i Italy.
È piena la sala convegni della villa, ci sono tutti i corsisti. “Molti vengono da fuori regione, stiamo cercando di espanderci per far diventare ITS Smart un centro per la cultura e la formazione” ribadisce la Baldini affiancata dai quattro coordinatori. L’assessora Elisa Torresi non è voluta mancare: “Noi crediamo in villa Baruchello come centro di formazione, ancora di più se collegata con il territorio. Qui si intreccia il futuro dell’economia con la voglia dei ragazzi di entrare nel mondo del lavoro.
Marco Perugini è il volto del marketing: “Comunicazione dei valori aziendali è un perno del corso. Lo devono capire anche le realtà locali. Chiunque vorrebbe lavorare in un posto in cui condivide ideali. Vogliamo creare professionisti capaci di veicolarli. Creeremo connessioni con la classe dell’ICT, l’obiettivo condiviso è la digitalizzazione delle aziende o del personal branding. La terza sfida è la pianification attraverso il gaming, utilizzando parametri di gioco come classifica e punteggio, l’acquisizione di badge e la vittoria del premio si è visto che aumenta l’impegno nella ricerca dell’obiettivo”.
Carlo Verdini parla per ICT e sviluppo software: “Non è solo un corso per imparare a programmare, ma per essere confidente nel contesto in cui si opera. Oltre a base di competenze tecniche, vogliamo far toccare con mano gli scenari per risolvere problemi o ottimizzare i processi. Toccheremo tanti scenari pratici in cui gli studenti si muoveranno e troveranno soluzioni, si testeranno su problemi reali. Tra gli accordi c’è quello con l’azienda Cooder per gli stage e stiamo coinvolgendo tante altre imprese. Siamo anche pronti a dialogare con imprese segnalate dagli stessi allievi”.
Gianluca Petroselli si occupa di logistica, una delle sfide più sottovalutate e più decisive in ambito imprenditoriale: “Noi partiamo dall’analisi delle aziende del territorio, il fine è l’occupazione, quindi dobbiamo sapere dove intervenire. Siamo partiti da Moretti e Freccia dell’Adriatico per passare ad aziende che fanno import export, perché la figura che creiamo sarà spendibile in più settori. Il corso garantisce la certificazione doganale, quella linguistica e informatica: aprirà più porte”.
C’è posto per tutti? “Un’unica azienda non può assorbire tuti gli allievi, ma abbiamo piccole realtà con ruoli internazionali pronti a inserire capitale umano” chiarisce.
Leopoldo Zanini porta dentro Villa Baruchello, ma le lezioni si terranno al Montani di Fermo, la meccatronica: “Complimenti ai ragazzi che hanno capito che qui si fa formazione necessaria alle imprese. Ognuno di noi porta competenza per farvi diventare tecnici e dirigenti usando contenuti che non ci sono sul mercato. Nel corso di meccatronica incontrerete professionisti che si mettono a disposizione per farvi crescere davvero. E questo vale per i giovani, ma anche per professionisti che si rimettono in gioco. Noi investiamo nella cartotecnica, con partner come Clementoni, Sifa e Valtenna che ci mettono a disposizione i loro collaboratori”.
Tutto questo ha convinto giovani, giovanissimi e non a dedicare 1800 ore della propria vita al corso ITS prescelto. Storie diverse in ogni corso, c’è chi parte da ‘zero’, chi invece si rimette in gioco e chi vuole crescere. Veronica Comez viene dal settore dell’abbigliamento: “Ho lavorato con chi comunica la moda, ho lavorato nel settore vendite, ho partecipato a sfilate. La comunicazione visiva ormai è fondamentale, devo avere competenze, devo saper guidare la tecnologia che sta entrando dentro la moda. Se c’è una cosa che ho capito è che la gavetta serve, ne ho fatta e ne farò ancora, ma con competenze”.
Jessica Gelosi arriva da Porto Potenza Picena. È una lavoratrice, dipendente di un suolificio dove si occupa di logistica. “E in questo settore voglio crescere. Essere qui è una mia scelta, do alla formazione il mio tempo. di certo l’azienda poi ne guadagnerà”. Con sé porta una laurea in mediazione linguistica: “Sono cresciuti gli scambi verso l’estero, volevo capire di più sulla dogana, essere più sicura in queto settore e poter usare al meglio anche le mie conoscenze linguistiche”.
Ascoltandola, uno dei tutor interviene, mandando un messaggio anche alle aziende: “Ci sono i contratti di apprendistato in alta formazione, alcuni imprenditori lo stanno usando con importanti sgravi fiscali”. È il momento di Anna Maria Gargiulo da Lido di Fermo: “Per me il futuro è la meccatronica. Mi piace lavorare al computer, è fondamentale per un giovane capire cosa c’è dietro una scatola o un gioco dell’azienda Clementoni”.
Infine, il forestiero: Marco Fornari dalla provincia di Roma: “Sono laureato in Scienza dello spettacolo, ho scelto il percorso ICT. Sono uno smanettone e se sono qui è perché credo nelle potenzialità del corso e soprattutto in questo ITS, molto organizzato, che mostra coesione con il sistema imprenditoriale”.
Parole al miele per chi dovrà trasformare questi giovani, età media poco superiore ai 20 anni, nei tecnici e nei dirigenti del futuro: “Chi esce da qui – la chiosa della direttrice – nel 95% dei casi trova lavoro. E questo perché ognuno si mette in gioco, le aziende in primis che garantiscono parte del corpo docente. Non ci sostituiamo all’università, anzi abbiamo numerosi laureati iscritti, noi siamo un percorso che parte da persone che hanno avuto e oggi vogliono ridare alle Marche, terra dove si vive bene e dove si deve anche lavorare bene”.