FERMO – Tenente Colonnello Nicola Gismondi, origini baresi, 49 anni, una vita in prima linea come comandante del Nucleo investigativo, prima a Campobasso e poi per anni ad Ascoli Piceno.
Bombe, omicidi, furti: nessun crimine è uscito indenne dal suo reparto negli ultimi anni da Ascoli. Da pochi giorni, però, una nuova sfida: guidare la compagnia di Fermo. Un comando importante, comune capoluogo, in cui dovrà cambiare modo di lavoro, ma non l’approccio.
L’obiettivo è fare del suo servizio un vantaggio per la comunità. “Noi siamo carabinieri, espressione della sicurezza per la popolazione. Per me è davvero una missione: ho due interessi, la famiglia e il lavoro”.
La prima divisa l’ha indossata 31 anni fa. “Qui affronto un’esperienza completamente diversa, controllo del territorio, coordinamento delle stazioni che sono la nostra proiezioni sul territorio. Sappiate – ribadisce presentandosi alla stampa – che a me piacciono le persone stimolanti, quelle col sorriso. La critica serve per migliorare se è costruttiva. Io sono uno specchio, quello che mi si mette davanti se è utile lo amplifico”.
Al suo fianco il comandante provinciale Marinucci e il comandante del comando del Nucleo investigativo Dell’Avvocato.
“Parliamo di un militare che ha superato ogni step della scala gerarchica: da maresciallo a ufficiale fino a tenente colonnello. Tre motivi di piacere per me: una grossa persona in materia di investigazione; nuova esperienza che serve per rivitalizzare i reparti; grande sintonia per me fin dai miei primi giorni nel Fermano”. Un pensiero Marinucci lo riserva anche a Peluso, il maggiore che ha preso la strada di Bologna: “Un dispiacere personale, ma sono contento per lui che si avvicina di più al figlio. È fondamentale il rapporto con la famiglia”. Per Gismondi l’ingresso in una ‘famiglia’ in divisa di 200 persone, tra uomini e donne. “E presto arriveranno altri rinforzi, i corsi sono stati rinviati a causa del Covid, ma tra fine e inizio anno i nuovi carabinieri saranno pronti per rinforzare i territori” conclude Marinucci.
Raffaele Vitali