FERMO - C’è un problema silenzioso che sta segnando il presente dei giovani marchigiani: l’alcol. La dottoressa Carla Pierini, psichiatra e responsabile del servizio di alcologia dell’Area Vasta 2, sottolinea come “ci sia un uso sempre più precoce dell’alcool. Ormai si parte a 11 anni”.
In generale c’è un aumento del consumo fuori dai pasti e nella fascia 11-24 i giovani bevono più di una volta a settimana. “UN altro dato che colpisce è l’aumento tra le ragazze, che nelal fascia 11-15 anni sono più dei maschi a bere”.
Altri dati fotografano la situazione: il 2,8% degli italiani tra 11 e 17 anni ha consumato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in poche ore. Nel 2019 era il 2,4%. Soprattutto cresce il consumo tra le donne di ogni età, mentre a livello nazionale è diminuito quello tra gli uomini.
“Nelle Marche il 15,6% delle ragazze minorenni è considerata a rischio. E soprattutto nella nostra regione è maggiore l’incidenza dell’alcool consumo fuori dai pasti rispetto al dato nazionale, 7.5 contro il 5.5%”.
A influire sui dati e il loro peggioramento è stato senza ombra di dubbio il periodo pandemico, con i giovani bloccati e limitati nella socialità. “La riduzione della socialità ha protetto la salute ma ha aumentato le criticità, stress e angoscia. Molti si sono rifugiati nell’alcool, facendone un gioco: sfide, challenge alcooliche poi condivise sui social sono diventate la normalità”.
I giovani in realtà sono informati dei rischi, c'è maggiore consapevolezza. Ma questo favorisce anche le scappatoie. Si è adeguato anche il mercato, o con alcolici a basso costo (i cicchetti a un euro) o con i venditori abusivi.
Ma sta prendendo piede anche il fai da te. I ragazzi si preparano a casa i cocktail che poi portano in giro dentro a bottiglioni di plastica, il più delle volte nascosti nello zaino, anche per evitare le multe e non dover neppure così entrare in un locale e dover mostrare, nei pochi posti in cui viene chiesto, un documento (foto dire.it).
r.vit.