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Giornata della Memoria, tre voci: Giuliana, strappata dalle braccia della madre a 4 anni, il papavero della Conceria e Mattarella

27 Gennaio 2023

di Raffaele Vitali

Ci sono tanti modi per ricordare. E la Giornata della Memoria ha questo fondamentale scopo: non dimenticare l’orrore delle leggi razziali, delle deportazioni, dei campi di sterminio, dell’odio che segnò la vita di chi aveva la sola ‘colpa’ di essere ebreo o parte di una delle tante categorie che nazisti e fascisti non consideravano degne del loro sguardo.

La Giornata della Memoria unisce ogni angolo dell’Italia. A fermo ci sono luoghi ‘unici’ come il campo di prigionia di Servigliano o l’ex conceria di Fermo. Poi c’è il punto di vista macro, quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In ogni luogo, però, il messaggio è sempre lo stesso: “Mai più un 'Italia razzista», mai più le atrocità di Auschwitz, mai più permettere quel «tacito consenso» che permise la follia del nazi-fascismo” come ha ribadito Mattarella.

GIULIANA, LA MAMMA DEPORTATA E SERVIGLIANO

Il viaggio della memoria parte dalla Casa della Memoria di Servigliano, riconosciuta monumento nazionale graie al lavoro del senatore Francesco Verducci insieme con la senatrice Liliana Segre. Protagonista, quest’anno, è stata l’84enne Giuliana Vannini. Nel 1943, era l’8 settembre, in piena notte a Fermo si vide portare via da due uomini la madre, Grete Schattner perché era ebrea.

Prima della sua testimonianza è stata letta una poesia che il padre di Giuliana, Uberto Vannini, scrisse per la moglie ed è stata consegnata al figlio una medaglia in memoria di Emilio Filiaci, che venne internato nel 1943 in un campo di lavoro tedesco. Ad ascoltare c’era la questora Rosa Romano insieme con il prefetto Michele Rocchegiani il sindaco di Servigliano Marco Rotoni e quello di Fermo Paolo Calcinaro. “Ci sono voluti anni prima che qualcuno volesse ascoltare il mio racconto. Tre anni fa l’incontro con Paolo Giunta La Spada, lo storico che insieme con Viozzi anima la Casa della Memoria di Servigliano: “Mi ha fatto aprire, ricordare e raccontare. E da lì non mi sono più fermata scegliendo di confrontarmi con i ragazzi. Non racconto odio, ma inevitabile che emerga il mio disprezzo per chi si è portò via mia madre”.

LA MEMORIA E LA CONCERIA

Spostandosi di pochi chilometri, mentre suona quella sirena che 80 anni fa faceva paura, anticipava i passaggi dei bombardieri, a colpire le tante scolaresche raccolte, e preparate dai docenti, è il grande papavero disegnato sul muro dell’ex Conceria.

Un’Opera di Giulio Vesprini lo street artist che ha saputo con un fiore e un colore rappresentare i caduti di tutte le guerre e i soldati inglesi che furono rinchiusi nel campo ‘PG 70’, come si chiamava quella che poi divenne la Conceria. “A differenza di chi entrava in un campo di sterminio, chi si ritrovava nel PG /= poteva sperare di uscirne vivo e tornare a casa, aveva una via di fuga. “In 15mila sono passati tra Servigliano, Fermo e Sforzacosta, i campi di prigionia, chi riusciva a evadere trovava rifugio nelle case dei fermani. Ma chi non ce l’ha fatta è diventato un papavero nel ricordo dei suoi cari” ha spiegato ai tanti bambini Nicola Pascucci, il consigliere comunale che più di altri si sta impegnando nel recupero del luogo, atteso da un progetto di riqualificazione milionario, che non perda la memoria.

LE PAROLE DI MATTARELLA

Quella che Mattarella ha richiamato in maniera chiara: “Mai più negazionismo che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa. Troppo facile limitarsi ad individuare in Hitler e Mussolini gli unici colpevoli: ci fu un lungo periodo in cui un diffuso consenso, a volte tacito, permise l'inimmaginabile. Fu un consenso con gradi e motivazioni diversi: l'adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell'orribile apatia morale costituita dall'indifferenza”.

Parla di apatia morale che in pochi vinsero e che oggi torna a preoccupare il presidente: “I principi che informano la nostra Costituzione sono la radicale negazione dell'universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante - alimentato da un uso distorto dei social - dell'antisemitismo, dell'intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa”.

E per chiudere il cerchio, Mattarella parla anche della Repubblica di Salò, da troppi presentata in maniera edulcorata: “Non possiamo dimenticare le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò, alleata e complice dell'occupante nazista. Furono 650.000. Il loro no ha rappresentato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza. Ci furono insomma i giusti che decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare; e ci furono, e furono tanti, delatori, informatori e traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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