di Raffaele Vitali
FERMO – ‘Green Team’ è l’urlo che si alza da in mezzo al campo da calcio quando arriva il momento di giocare. “L’abbiamo scelto perché è un mix tra evergreen e dream team. Ci piaceva” racconta Matteo Parigiani, allenatore di calcio da vent’anni, responsabile tecnico del settore giovanile della Polisportiva Mandolesi e oggi mister della prima squadra fermana di giocatori con problemi psichiatrici.
Il calcio si riscopre sport che abbatte barriere. Cosa che in questa provincia era già avvenuto grazie alla realtà nata a Montepacini, cresciuta poi in autonomia insieme con la Fermana, la Soccer Dream, e che oggi aumenta il suo impatto andando a coinvolgere un’altra parte di mondo. “Per la prima volta abbiamo una squadra paraolimpica, che così completa l’offerta della Mandolesi, tra le prime società a investire anche nel calcio femminile. Siamo un riferimento per i più piccoli, pensate che sono, adulti compresi, 400 gli iscritti” prosegue.
Al fianco della Mandolesi, nel nuovo percorso socio-sportivo, c’è la cooperativa Il Sollievo che si trova a Campiglione. Un rapporto nato proprio grazie a Parigiani, che ha una sorella operatrice e psicologa al Sollievo. “Volevo da tempo concretizzare questo progetto, la mia società si è detta subito disponibile così come la coordinatrice della cooperativa Barbara Montanini: volevo creare la prima squadra paraolimpica ed è stato più semplice di quanto si pensi, la voglia era tanta. Parliamo di giocatori tra i 25 e i 50 anni” chiarisce l’allenatore che di professione fa l’assicuratore ma il calcio ce l’ha nel sangue.
L’idea a Parigiani è nata guardando il documentario ‘Crazy for football’ che raccontava il calcio come percorso terapeutico. “Siamo partiti a giugno 2024 con le prime uscite, poi da ottobre la squadra è ufficialmente parte della Polisportiva Mandolesi ed è stata affiliata al Dipartimento Paralimpico della Figc. C’eravamo dati degli step brevi, poi abbiamo valutato i progressi e sono stati proprio loro a chiedere di continuare”.
Allenamenti il sabato mattina, spazio libero tra le varie attività dei giocatori, “frequentano numerose attività, dal teatro alla musica”, e dell’allenatore. “Gli allenamenti sono un momento fondamentale, il gruppo si è pian piano formato, la voglia di correre era tanta. E non è semplice, considerando anche la tipologia di farmaci che devono utilizzare. Da tempo si studia il ruolo del calcio nella gestione degli psichiatrici, non è una cura, è un miglioramento dello stile di vita, un educarli alla squadra, al lavoro di gruppo”.
Parigiani è soddisfatto, ma soprattutto lo sono gli educatori che hanno notato un miglioramento nel rispetto delle regole, nella voglia di condividere qualcosa con gli altri. “Al campo ci sono sempre io con due educatori” chiarisce il mister della Mandolesi.
Allenamento dopo allenamento è arrivato il giorno della prima partita, un raggruppamento a Monte Urano insieme con la squadra della Soccer Dream Fermana, Borgo Solestà, Union Picena e Castelfidardo, tutte realtà che da anni hanno avviato il percorso Paralimpico.
“Temevamo il raggruppamento, perché nessuno sapeva come avrebbero gestito il confronto con l’avversario, con chi non consoci. Il fatto di indossare la divisa e di vedere altre squadre li ha riempiti di orgoglio. È stato bello ed emozionante, ma soprattutto non sono emersi segnali di eccessiva ansia”.
E ora? “La Mandolesi ci ha investito, pensiamo alle divise da gioco. Ma soprattutto ora il presidente Torresi vuole crescere. L’obiettivo p partecipare al campionato, che inizia ad ottobre e soprattutto coinvolgere altre realtà psichiatriche. Abbiamo sette atleti, per il campionato ne servono di più. Per questo cerchiamo anche sponsor, imprenditori che vogliano supportare esclusivamente questo progetto. Il Green Team è pronto a superare ogni barriera”.
E magari a fare qualche gol. “Per me – conclude Parigiani – è un impegno, tra Giovanili e calcio femminile, ma la soddisfazione che resta dopo ogni allenamento è grande”. Il mister sta anche pensando una formazione mirata, visto che la FIGC ha ideato un corso per calcio Paralimpico. “Intanto porto la mia esperienza ventennale e la passione per la psicologia, che è fondamentale per allenare i più piccoli e lo è oggi con la nuova squadra”.