FERMO - “Sono cinque anni che vivo questo stadio. Da sempre è la nostra fortezza. I cori e il loro sostegno sono la nostra motivazione”. Paolo Ginestra, la saracinesca della Fermana, è uscito felice dal Recchioni dopo il derby dell’Ancona. E felice è oggi il presidente Umberto Simoni, che non perde la fiducia nei momenti difficili, figuriamoci dopo tre punti entusiasmanti.
“Una gara che ci ha lasciata senza dubbio sensazioni molto positive. Forse anche il fatto di essere andati a trovare la squadra nei giorni precedenti, facendo sentire ulteriormente la vicinanza della società ha influito positivamente: di certo i ragazzi hanno apprezzato e si è visto in maniera evidente sul terreno di gioco”.
Come Ginestra anche Simoni dedica parole al miele al pubblico: “Sono stati strepitosi, non facendo mancare mai il loro sostegno anche nei momenti più difficili”.
Gli è piaciuta la Fermana: “Nel primo tempo ho visto una grande squadra. Poi nella ripresa siamo un po' calati e loro hanno provato a spingere maggiormente ma ci ha pensato quel ragazzino di nome Paolo Ginestra a chiudere la porta con un paio di interventi super”.
Purtroppo, c’è l’amarezza per gli scontri fuori dallo stadio su cui sta indagando la polizia che sta visioanndo le imamgin degli impianti di videosorveglianza per identificare i responsabili, anche se il gruppo dorico aveva sciarpe e cappucci a coprire la testa.
“Voglio chiamarli teppisti, non tifosi. Non sarebbero dovuti arrivare dietro la Duomo, stavano entrando tanti ragazzini delle scuole, con le spranghe in mano. Noi cerchiamo continuamente di avvicinare i giovani allo sport ma poi si trovano di fronte a qualcosa che con lo sport non ha nulla a che vedere e questo mi fa veramente molto male” conclude Simoni.
Che di certo non apprezza neppure che vengano insultati i giornalisti in tribuna stampa, con buona pace di chi dovrebbe controllare, da figure che indossano tute della società e vengono fatte stazionare dove dovrebbero trovarsi solo i giocatori non convocati.