FERMO – Unica lista con un vicesindaco e tre assessori: Romanella, Traini e Tulli. E poi un figlio d’arte come Strovegli. “Altro che inesperienza nella lista di Lorenzo Giacobbi” sorride il candidato consigliere Luciano Romanella.
Giacobbi presenta il suo programma 2020-2025. “Un lavoro serio e accurato partendo dal presente, con il Covid che ha colpito ancora di più la crisi già in essere” introduce il candidato sindaco. “Non possiamo ragionare su grandi investimenti senza sapere cosa accadrà il primo di ottobre. E dobbiamo farlo guardando all’Europa, ai fondi in arrivo. Serve una visione di futuro per creare una città autonoma finanziariamente”.
Non mancano i macro temi, “ma spesso servono come promessa”. Per Giacobbi il messaggio è uno: “Parliamo a tutti i cittadini, non solo a chi vota Lega”. I punti fermi del Carroccio sono famiglia, disabilità e sicurezza, quelli per Fermo sono occupazione, rilancio economico e valorizzazione delle unicità.
Nel dettaglio. “Vogliamo una città smart, con una crescita della comunicazione dal Comune al cittadino. Da questo punto di vista c’è stata una carenza. Vanno digitalizzati i servizi, pur mantenendo lo sportello”. Idee chiare per il sociale: “Proponiamo l’assessorato alla fragilità che vada oltre i Servizi Sociali. Il concetto di bisogno è cambiato: chi perde il lavoro a 50 anni, chi ha figli con disabilità, chi anziani a carico, chi ha un solo genitore e difficoltà economiche. Ogni esigenza va conosciuta per poter poi agire con il ‘fattore famiglia’ che supera il parametro Isee e valuta il contesto del cittadino. Una proposta tipica della Lega, nata dentro l’accademia federale dove nascono azioni poi sperimentate in Veneto e Lombardia”.
Sociale è lavorare su un patto generazionale. “Abbiamo un problema di denatalità. Pensiamo ad attività con attenzione ai più piccoli, con fasciatoi e servizi mirati. Dobbiamo connotare Fermo. E poi c’è il ‘nonno take away’ che prevede un sistema tra le associazioni e i volontari per dare un ruolo agli anziani, valorizzandone le potenzialità come supporto di genitori che vogliono lavorare ma non riescono a gestire i figli in maniera sostenibile”.
Nella Lega torna la parola identità. Che per Giacobbi parte dalla Cavalcata e non potrebbe essere diversamente: “Cultura nelle scuole con progetti dedicati, ma soprattutto dare sempre più peso alle dieci contrade, che sono le prime a rapportarsi con la città, con i vari aspetti”. Poi la brandizzazione: ‘costa fermana’ deve essere il modo in cui raccontarsi da Porto Sant’Elpidio a Pedaso, con Fermo centrale. “Vogliamo il ‘glamping’, ovvero il campeggio glamour che unisce il comfort stellato con la natura, magari a Marina Palmense dove di potrebbe creare un parco tematico ambientale con servizi esperienziali non solo per i turisti
Inevitabile parlare di cultura: “Dobbiamo aprire all’esterno i nostri beni. A Fermo manca la segnaletica turistica. L’informazione deve stare fuori dai palazzi”. Come non c’è programma che non tocca l’ambiente: “Chiaro che puntiamo sulla pista ciclabile, collegandoci al progetto della Regione Marche che però lascia fuori Fermo. Tenne, Ete e Aso vanno coinvolte parimenti. In vista del nuovo ospedale, seve anche un ponte ciclopedonale tra Molini e Campiglione, collegando così anche i servizi che i due quartieri hanno da offrire”.
Ambiente è anche attenzione agli animali d’affezione: “Una tematica che si sottovaluta, il rapporto uomo – animale, se uno ha una visione a lungo raggio, prevede anche una crescita dei servizi: uno sportelo veterinario, uno sviluppo di aree cani e colonie feline oltre a politiche anti randagismo”.
Idea turistica è l’urban down hill che partendo dal duomo di Fermo fa arrivare lo sportivo fino al mare. I soldi europei fanno gola: “Penso al food con il progetto europeo ‘from farm to fork’ “per compensare Tipicità, partita bene ma sempre più vetrina politica e territoriale. Per questo potenzieremo anche il mercato del sabato, con maggiore attenzione ai produttori locali”.
E la sicurezza? “Un must della Lega che va oltre il lavoro encomiabile delle forze dell’ordine. Significa anche ridare forza alla Protezione civile, fino a qualche anno fa riferimento regionale, recuperando le figure chiave”. Infine, l’integrazione: “Noi crediamo che al centro dell’attenzione c’è il cittadino e non conta il colore della pelle”.
Il finale è politico e spetta ai due più scafati della lista, Romanella e Tulli: “La Lega è l’unico partito coerente. Questo vi basta per decidere su chi votare. Noi abbiamo già vinto, abbiamo divulgato la coerenza politica. Con un ‘giovane vecchio’ siamo un esempio”. L’Udc è al nostro fianco, ma per il resto la Lega è sola: “Siamo certi che altri partiti del centrodestra poi torneranno fuori”.
Solo che molti saranno in maggioranza. Il dilemma quindi sarà se avvicinarsi a Calcinaro o no dopo il voto. “Non so cosa pensano loro, se poi ci sarà un’apertura non posso dirlo io oggi. Tutti auspichiamo che il centrodestra torni compatto, soprattutto nel momento in cui la regione vira a destra e la Lega è il primo partito” riprende Giacobbi.
Aggiunge Tulli: “Noi diamo all’elettore di centrodestra di potersi riconoscere in un simbolo e in una politica. Che in questo momento in un capoluogo di Provincia non ci siano i simboli è incredibile. Noi saremo il punto di aggancio con la regione che passerà al centrodestra. Comunque vada saremo interlocutori imprescindibili. Il progetto di Calcinaro porterà benefici a Calcinaro avvocato, ma non alla città capoluogo di provincia. Le conquiste politiche si fanno con schieramenti politici ben divisi, il civismo è un valore aggiunto”.
Insomma, “basta col finto civismo” conclude Tulli. “Tolto Putzu e noi non c’è coerenza” fa eco Romanella. “L’obiettivo resta vincere, ci piacerebbe il ballottaggio: siamo convinti che siano obiettivi raggiungibili. Saranno venti giorni di fuoco. Dobbiamo far capire al cittadino chi ha davvero qualcosa da dire” chiosa Giacobbi.
r.vit.