di Raffaele Vitali
FERMO – Dal primo segno sulla tela alla prova dei colori con l’azzurro che domina, fino alla base del Palio che sembra un bassorilievo in pietra e invece è solo frutto del gioco d’ombre di un grande artista. Andrea Gentili ha conquistato fermo e la Cavalcata dell’Assunta. Il suo palio entra già di diritto tra i più ambiti. Un passaggio in cattedrale ad ammirarlo, fino al 14 agosto, farà comprendere il perché.
Lo presenta Andrea Monteriù, vicepresidente della Cavalcata: “Ha vinto il bando a cui hanno preso parte 22 artisti. I bozzetti sono arrivati completamente anonimi e la commissione li ha valutati. E alla fine ha vinto un artista fermano”.
Pioniere della grafica computerizzata, non ha mai abbandonato il pennello e le incisioni a cui dal 2014 si è dedicato. Da anni collabora con l’associazione culturale La Luna. “E’ un ponte tra mondo dell’arte tradizionale e quella digitale. Passa dai pixel all’inchiostro, dalla stampante laser al torchio, è un artista unico” ribadisce Monteriù.
Virtuosismo tecnico e sensibilità umana, “Gentili è un pittore che usa il cuore”. “Per me Gentili è stata una scoperta. Non sapevo che avevamo un artista a Fermo così bravo, il suo palio ci ha convinto subito. Il bando ha portato il risultato sperato, continueremo così. Devo dire grazie a tutti i partecipanti che hanno dedicato tempo e professionalità. Ma questo è davvero un palio pieno di cuore” commenta Mauro Torresi vicesindaco delegato alla Cavalcata dell’Assunta.
“Scegliere il Palio, non sapendo chi avesse realizzato le opere davanti a noi, è stato un modo per imparare a giudicare un’opera, andare anche oltre ‘la prima vista’. La strada è quella giusta, ci ha permesso di ricevere opere realizzate con tecniche molto differenti. Siamo felici che la sua mostra a Palazzo dei Priori sia abbinata a quella dedicata a De Carolis” ribadisce l'assessora alla Cultura, Micol Lanzidei.
Matilde Galetti è la storica dell’arte che ha fatto parte della giuria: “Un’opera con tratti molto seri, ma al contempo fresca, ariosa con il dettaglio non banale della processione realizzata a basso rilievo che istituzionalizza il passato che ci ha conquistato. È andato oltre i classici cavalli. E poi, la precisione della mano anche su un bozzetto”.
Non è voluto mancare Paolo Sabbatini, amico di Andrea Gentili, oggi ambasciatore per le comunicazioni culturali italo-cinesi all’istituto mondiale di sinologia. “Si parla tanto di Italia e Cina in questo periodo, tra le opere in mostra ci sarà un dipinto dedicato a Matteo Ricci, presentato in Cina e adottato come un simbolo del legame tra i due paesi nel libro d’arte dedicato proprio al grande marchigiano” spiega Sabbatini che poi si lascia andare a un lusinghiero “conoscere Gentili è una forma di elevazione spirituale”.
Adolfo Leoni, regista della Cavalcata, lo conosceva Gentili, dai tempi della voce delle Marche: “Quando hanno scoperto il palio mi sono emozionato e ancora di più quando ha detto ho usato pennelli, colore e cuore. Ti siamo grati”.
Arriva quindi, prima del taglio del nastro dele mostra che ben rappresenta le diverse anime dell’artista, il momento di Andrea Gentili, che è anche l’uomo che ha realizzato il logo dell’Università popolare diretta da Ettore Fedeli per cui ha tenuto anche il corso di calligrafia: “Sono in imbarazzo, tanti complimenti che si riservano di solito…ma sono ancora vivo” esordisce scherzando.
“Per me è una opportunità, anche perché questa sarà la mia prima mostra. Non nasco artista, sono un grafico, lavoro con le immagini e comunico meglio con le immagini che con le parole. Grazie a tutti voi, non ho mai ricevuto tanto calore. Per me che ho sempre lavorato dietro le quinte è qualcosa di speciale, mi ha ridato anche un nuovo amore per la pittura” aggiunge.
Il palio ha avuto una sua genesi nelle parole di Gregorio VII: ‘Le immagini sono per gli analfabeti come le lettere per chi sa leggere’. “Ho scelto il rosone, un ricordo della mia infanzia quando era a terra adagiato. E poi la Cavalcata per cui fotografai una quindicina di anni fa la tovaglia dell’Assunta. È quello il momento che ho capito che la Cavalcata non era la corsa, ma il corteo storico. Da qui la scelta del bassorilievo. C’è poi l’amore per i classici, d Michelangelo a Donatello passando per Pinturicchio e la sua Madonna dell’Assunta che era circondata da tanti piccoli angeli, mentre io ho inserito gli stemmi delle contrade”.
Risultato vincente, forse proprio per quell’ingrediente che fermo aspettava di ritrovare nel suo palio: il cuore.