FERMO – Cinquantamila persone per l'Europa, piazza del Popolo a Roma piena e colorata di blu. Sul palco con artisti, comici, attori, scrittori, associazioni, ma nessun politico, solo un gruppo di amministratori, di sindaci, che hanno dato una mano all'organizzazione della manifestazione lanciata da Michele Serra su Repubblica. «Non perdiamoci di vista», ha detto il giornalista aprendo la giornata.
In prima fila c’era il mondo di Ali, la lega autonomie nelle Marche guidata da Andrea Gentili, il sindaco Dem di Monte San Giusto. Con lui tanti primo cittadini e il segretario dell'associazione Stefano Pompozzi.
“Un appello libero, non fazioso, ingenuo nel senso più alto del termine perché senza tatticismi, furbizie e calcoli, che chiedeva di manifestare finalmente un sentimento politico e morale dopo anni di puro risentimento, con tutti i pozzi avvelenati” è la definizione data da Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica, all’iniziativa di Serra.
Definizione che piace a Gentili: “Le parole di Mauro ben definiscono la piazza stracolma, attenta, desiderosa di una sola cosa, dare una spinta concreta affinché si arrivi concretamente e velocemente agli Stati Uniti d'Europa. Ed in questa piazza non potevano mancare le tante sindache e sindaci, un buon numero di Ali. E non poteva essere altrimenti considerando i valori che si promuovevano”.
Serra ha accolto tutti: “Siamo un popolo. Una piazza Europea è una piazza di persone che su molte cose non la pensano allo stesso modo”.
Partiti non protagonisti, ma comunque presenti. in prima fila c’era Elly Schlein: “Qui per una Europa federale”. C’erano Calenda e Gentiloni, Magi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, c’era Fratoianni e poi Jovanotti, Vecchioni e Liliana Segre.
La senatrice è anche intervenuta: “Difendere l'Europa significa molte cose - ha detto - Certo, significa mettersi nelle condizioni di fronteggiare le minacce dei nemici della pace, che esistono e che non vanno sottovalutati. L'arrendevolezza non ha mai impedito le guerre, anzi ha sempre solo incoraggiato i disegni di sopraffazione”.