FERMO – Quando si parla di Giampiero Macarri, primario di Gastroenterologia, due sono le frasi abbinati: ‘è il più bravo’, ‘ha una attesa troppo lunga’. E questo perché al Murri si Fermo si trattano patologie anche complesse, co una chiara priorità ai casi più gravi. E questo avviene per tre filoni del gastroenterologia: lesioni Bilio-Pancreatiche, malattie Infiammatorie croniche intestinali e l'endoscopia bariatrica. Il tutto potendo contare ance sulla miglior tecnologia, aa cominciare dallo spyglass.
“I nostri pazienti oggi son anche ascolti in un nuovo reparto che permette una degenza migliore, con la musica in filodiffusione nelle stanze che sono al massimo di due posti, tute con bagno. E poi una sala con divano e tv per i parenti che vogliono andare a trovarli e magari devono attendere” spiega il primario Macarri.
Sono14 i posti letto a cui si aggiunge un quindicesimo per i casi in cui serve un’osservazione di 24 ore per le prestazioni endoscopiche.
A livello di prestazioni crescono i numeri della endoscopia bariatrica: "E' partita a febbraio e siamo gli unici nelle Marche. è una tecnica, condivisa con più specialisti, che comporta il restringimento dello stomaco. Per via endoscopica, come una normale gastroscopia, si eseguono delle suture e quindi delle plicature senza resezioni. Questa – ribadisce Macarri – è una tecnica ripetibile e reversibile".
Ma anche complessa. "Vi è pertanto un'accurata selezione del paziente prima di sottoporlo all'intervento: parliamo di persone con un BMI (ossia un indice di massa corporea) tra i 30 e i 40 chili che non rispondono o non riescono a fare la dieta e che hanno delle particolari complicanze come ipertensione arteriosa o diabete”. Tecnica che richiede, dettaglio non indifferente, “una grande motivazione personale”.
Nuove tecnologie, nuove specializzazione ma soprattutto personale sempre più formato in un reparto attrattivo: “Abbiamo una sala integrata, un vero fiore all'occhiello, in cui i pazienti possono essere sottoposti a risonanza magnetica, ecoendoscopia e Ercp. Insomma più metodiche allo stesso tempo e con la stessa sedazione. Ciò consente di aumentare la qualità dell'intervento e ridurre sensibilmente l'impatto per il paziente in un unico percorso, il tutto di concerto con la radiologia e l'anestesia. Ciò consente di ridurre anche il numero di spostamenti per i pazienti che vengono da noi in mobilità attiva".