MONTAPPONE – Il confronto tra i candidati sindaco dei comuni del distretto del cappello, organizzato dall’imprenditore Paolo Marzialetti, aveva lasciato sul tavolo un tema da sempre delicato, quello della fusione tra i comuni.
Piccole e consolidate realtà, Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e, volendo, Falerone potrebbero diventare un’unica e più solida realtà? Un contributo alla questione, a pochi giorni del voto, la offre Antonello Barbieri, presidente FCCN, il coordinamento nazionale per le fusioni tra Comuni che ha un comitato anche nelle Marche, impegnato in un ambizioso progetto nel sud della regione.
Barbieri, la parola fusione spesso spaventa. Lei cosa ne pensa?
“Le fusioni tra Comuni sono un efficace strumento di razionalizzazione del governo dei territori, utilizzabile, peraltro, a legislazione vigente”.
Una strada obbligata?
“Senza attendere il Santo Graal della ‘Grande Riforma degli Enti Locali’, a testimoniare la bontà dell’azione ci sono studi di importanti istituti di ricerca, da Nomisma al Gruppo Maggioli sino ad arrivare all'ufficio studi del Ministero degli Interni”.
E poi c’è il centro studi dell’Fccn che lei presiede.
“Lo studio curato da Liliane Barda, Federico Gusmeroli ed Enrico Mendace ha sottoposto la quasi totalità dei sindaci di comuni nati da fusione ad una cinquantina di domande, allo scopo di verificare direttamente gli effetti della loro scelta. I risultati sono stupefacenti, neppure uno tra i 90 interlocutori, ha evidenziato criticità significative o ha manifestato anche il minimo ripensamento”.
Casi di successo?
“Penso a quelle che hanno unito comuni di piccole e piccolissime dimensioni, diffusissime in Piemonte ed in Trentino Alto Adige, a quelle molto grandi come ad esempio Valsamoggia e Corigliano Rossano, rispettivamente in Emilia Romagna ed in Calabria”.
Perché fanno paura le fusioni?
“Perché vanno prima di tutto conosciute, approfondendo l'argomento con approccio serio e ragionato. Così facendo si scopriranno vantaggi ed eventuali criticità”.
Partiamo dai vantaggi?
“Oltre ai significativi contributi economici statali e regionali, emergono nuovi margini di manovra sulla gestione del personale e sugli investimenti. Il che significa nuovi e migliori servizi per I cittadini. E poi viene accresciuto il peso politico nei rapporti con le province e le regioni”.
Impatto economico?
“La fusione porta a una significativa contrazione della tassazione accompagnata dalla possibilità di inserire delle esenzioni per i cittadini in difficoltà”.
Non ci sono criticità?
“Paura della perdita dell’identità territoriale per cui è importante un percorso di informazione e partecipazione delle Comunità, difficoltà di aggregazione del personale degli Enti per cui è opportuno un forte coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e del personale. Alla fine, avendolo toccato con mano, in un comune nato da fusione i cittadini e gli amministratori riescono in tempi relativamente brevi a guardare il futuro con fiducia ed ottimismo e non più con la diffusa cupezza che pervade la gran parte dei comuni in particolare delle aree interne e di piccole dimensioni”.
r.vit.